Menu Content/Inhalt
Home arrow Viaggi arrow Spagna arrow Siviglia '07 - 28/30 Settembre

Statistiche

OS: Linux h
PHP: 5.2.17
MySQL: 5.0.96-community-log
Ora: 02:16
Caching: Disabled
GZIP: Disabled
Utenti: 173
Notizie: 612
Collegamenti web: 6
Visitatori: 2153168

Counter

Start at 25.07.2007

Siviglia '07 - 28/30 Settembre PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
domenica 07 ottobre 2007

Copa Federacion 2007

Sevilla

Andalucia Pipa Club

Un viaggiatore sa che durante un viaggio può accadere di tutto e sa anche che, per quanto improbabile, è possibile che tutto accada in rapida sequenza nello stesso viaggio, questa volta è accaduto. La giornata di Venerdì 28 comincia con un pallido Sole su Roma e con lo sciopero dei mezzi pubblici, il che mi costringe a recarmi dalla mia abitazione alla Stazione Nuovo Salario per prendere il trenino per Fiumicino a piedi, poco male, un paio di chilometri in cui spero di farmi la prima pipata della giornata. Purtroppo appena esco di casa, nonostante il Sole cade una leggera pioggerella e quindi metto in testa il cappellino del CAP Madrid e rimetto in tasca la pipa.

A metà strada viene giù uno sgrullone di pioggia che anche se dura solamente 15 secondi è estremamente violento e mi costringe a rifugiarmi per qualche istante nel vano di un portone per poi proseguire a passo più svelto per raggiungere quanto prima la Stazione. Arrivato sul piazzale, finalmente, noto con stupore il bus 335 che mi avrebbe condotto da casa a qui comodante ed in pochi minuti che scende dalla ripida discesa, se mi fossi fermato ad aspettare alla fermata dieci minuti lo avrei potuto prendere, ma sapendo che c’era lo sciopero non ci ho neanche provato.

Incuriosito chiedo all’autista appena sceso dello sciopero, mi risponde che lo sciopero era stato indetto da una sigla sindacale minore e quindi in realtà l’incidenza sul servizio è stata minima. Averlo saputo. Almeno il trenino è puntuale ed abbastanza vuoto quindi mi siedo tranquillamente e mi faccio i miei 55 minuti sotto una pioggia battente fino alla Magliana, da qui in poi esce il Sole che mi accompagnerà fino all'Aeroporto. Appena arrivo al Terminal B un annuncio molto poco simpatico appare sui monitor “causa raffiche di vento è attualmente operativa una sola pista, quindi i voli potrebbero subire ritardi e/o cancellazioni”.

Simpatici. Attendo Enzo al chek-in della Vueling e quando finalmente arriva ci checchianiamo e poi andiamo ai controlli di sicurezza, dove ovviamente passano senza alcun problema le forbicine che la moglie di Enzo ha in valigia, a riprova che Fiumicino è un colabrodo. Qualcuno ricorda che nel Novembre 2006 arrivato a Madrid mi accorsi che nella tasca esterna dello zaino avevo un coltello dimenticato lì e che nessuno a Fiumicino individuò ? Comunque tutto fila liscio, l’imbarco è previsto per le 12.45, abbiamo una mezzora e quindi ci dirigiamo verso la Sala Fumatori del Gate B5 dove però l’ambiente è diverso da quello pacato e rilassante dello scorso Novembre.

Ci sono decine di persone in piedi e gli aspiratori non riescono a tirare via il fumo che ristagna tipo nebbia inglese. Comunque un Mini Montecristo a testa ci scappa. Alle ore 12.40 siamo davanti al Gate B18, nota di colore a Fiumicino non esiste il Gate B17, si passa dal 16 al 18. Attendiamo. Improvvisamente sul monitor appare accanto all’orario previsto l’orario effettivo che non è più le 13.15 ma le 14.15, volo spostato di un ora. Visto l’orario non ci resta che sederci da qualche parte a mangiare qualcosa per ripresentarci alle 13.45, nuovo orario previsto per l’imbarco.

Alle 13.40 siamo nuovamente davanti al Gate, giusto in tempo per vedere il monitor che modifica l’orario da 14.15 a 15.15, un’altra ora di ritardo e a questo punto entriamo in una specie di girone dantesco visto che alle 15.15 l’orario viene aggiornato in 15.55. La questione è chiara: a causa dei ritardi dovuti al vento della mattinata si sono accumulati molti aerei in attesa e dal momento che la carta dei diritti dei passeggeri sotto le due ore di ritardo non prevede praticamente nessun rimborso mentre sopra le due ore ne prevede siamo usciti dalle priorità dell'Aeroporto.

La struttura aeroportuale cerca di far partire tutti gli aerei che sono sotto le due ore di ritardo in modo da limitare i danni, difatti mentre tra un’ora e cinquantanove e due ore ed un minuto c’è una differenza sostanziale, due ore e un minuto di ritardo o 6 ore di ritardo in termini giuridici sono esattamente pari, quindi il nostro aereo essendo ormai sopra le due ore è entrato in una dead zone di decollo. Prima ci spostano al gate B19, ma li stanno imbarcando per Olbia, poi ci dirottano al Gate B13, ma qui stanno imbarcando per il Lussemburgo. Tutti dietro alle hostess che vanno di Gate in Gate elemosinando un PC dal quale collegarsi per farci imbarcare. Alle fine ci imbarchiamo alle 16.30.

Consci che il pomeriggio Sivigliano è andato ci rilassiamo sull’aereo osservando il mare che si infrange sulla costa laziale durante il decollo. Dopo circa quaranta minuti l’ultimo lembo dell’Italia, all’altezza delle Bocche di Bonifacio, passa sotto di noi. Sul Mare Nostrum il cielo è limpido e dopo un’ora e mezza l’inconfondibile sagoma di Valencia appare sotto la fusoliera, abbiamo raggiunto la costa spagnola e ci inoltriamo nell’interno. Atterreremo a Siviglia dopo altri quaranta minuti di volo.

Qui il cielo è velato ma la temperatura caliente. Siamo senza bagaglio imbarcato quindi si sbarca alla svelta, Taxi e via verso l’Hotel che si trova in San Roque, pieno centro, un dedalo di stradine dove il taxi si muove a fatica, guadagnata la meta rapida salita nelle camere ed appuntamento dopo mezzora nella Hall.

Alle 20.30 sotto una leggera pioggia ci incamminiamo in direzione del Rio Guadalquivir per raggiungere il luogo dell’appuntamento per la Cena all’Hotel Abba Triana. Prima sbagliamo ponte poi strada e ci ritroviamo davanti alla Junta de Andalucia, torniamo indietro ed infine guadagniamo la meta, gli spagnoli sono già tutti lì, bevono e fumano nel Bar dell’albergo in attesa di muoversi alla volta del Ristorante deputato alla Serata, troviamo il Presidente dell’Andalucia Pipa Club che ci presenta un po’ a tutti e ritroviamo tanti amici già conosciuti in quel di Madrid negli anni passati, compresi i Portoghesi.

Ci muoviamo infine alle 22 passate ed invece di prendere il taxi come fanno tutti insieme ai portoghesi andiamo a piedi, in dieci minuti siamo arrivati. Al ristorante ci piazzano al secondo piano in lunghe tavolate e cominciamo a portare in tavola la classica cena alla spagnola con tanti piatti da cui ognuno si serve quello che vuole. Il primo piatto è l’immancabile Jamon, anche in versione piccantina e formaggio, una piatta di gamberi e poi una bella piattata di spinaci all’aglio con ceci e crostini di pane fritto, piatto ci dicono tipico di Siviglia.

A seguire fritto misto di pesce che ci vede alle prese con una pausa fumo e poi pulpo alla gallega, il tutto annaffiato da birra. Finiti i pesci la vera mazzata della serata, almeno per me, il porco al whiskey. Sarebbe maiale ma il Presidente dell’Andalucia cercando di tradurcelo lo ha chiamato porco ed a me piace come suona. Porco al whiskey con patate. La singolarià di questo piatto è che c’è l’algio, bella forza in Spagna è quasi ovunque, ma in questa versione mi mancava, difatti qui l’aglio è presente con l’intero spicchio non tagliato, tanto che scambiatolo per una patata me lo son trovato sotto i denti. Esperienza interessante !

A conclusione della cena, ovviamente, una serie di dolcetti assortiti. Al termine il Presidente dell’Andalucia Pipa Club consegna a Tom Eltang, Ashton e Leswood un piatto in ceramica con le insegne dell’APC, dopodiché la compagnia si scoglie, o meglio ci cacciano dal locale, ce ne andiamo difatti in fretta, scendendo le scale scortati dai camerieri che ci accompagnano fino alla porta e nel percorso scopriamo che non c’è più nessuno, che tutte le sedie sono sui tavoli e tutte le luci quasi spente.

Nuovamente a piedi ci incamminiamo verso l’Hotel e quando siamo prossimi alla metà il cielo decide di scaricare tutto il suo peso e nonostante in due minuti si raggiunga di corsa l’albergo la zuppa è ormai fatta, siamo fradici fino alle ossa ed io sgocciolo su tutti i tappeti delle scale prima di raggiungere la mia camera dove, finalmente, spero di riposare qualche ora dopo una giornata così piena.

La mattina del Sabato comincia alle 8 e trenta nella Hall dell’albergo dove Enzo ed io ci incontriamo per andare a cercare un bar dove fare colazione, ma la ricerca si presenta subito difficoltosa, difatti per la strada sembrano le sei del mattino, tutto chiuso, alcuni bar stanno appena tirando su le saracinesche, passeggiando passeggiando arriviamo fino ad un Tabaccaio che espone la bella scritta Palacio del Fumador, peccato che a buttare un occhio dentro la vetrina si capisca che è chiuso da molto molto tempo. Alfine però un bar dove prenderci un café con leche ed un cornetto lo troviamo.

Recuperate pipe e moglie di Enzo ripartiamo alla volta dell’Hotel dove si terrà la manifestazione ma la prendiamo larga per passare dalla Tabaccheria del Corte Ingles, dove qualcosa troviamo ma poca roba in definitiva, proseguiamo quindi per la nostra strada fino al Rio Guadalquivir, esattamente di fronte al Palazzo della Junta de Andalucia e quindi costeggiamo il fiume fino a Triana. La sala è ancora vuota e solamente Asthon e Leswood hanno montato i loro tavoli e intanto che Enzo monta il suo io vado a farmi due chiacchiere con Rafa Martin, lui che parla spagnolo ed io che parlo italiano e come al solito ci intendiamo perfettamente.

Lo avverto che il 13 Dicembre sarò a Valencia e lui mi dice di chiamarlo il giorno prima che metterà in fresco l’Orruco, che non ho mai capito esattamente cosa sia, però è qualcosa di molto simile ad una grappa più leggera e più aromatica delle nostre che Rafa mi serve sempre in piccoli bicchieri gelati con le insegne del Valencia FC. Terminato il giro noto che il banchetto delle iscrizioni è pronto e vado a fare il mio dovere pagando quel che c’è da pagare e ritirando quel che c’è da ritirare, faccio un giro al tavolo dei premi e noto subito che ci sono almeno 50 pipe sopra, difficilmente anche l’ultimo arrivato tornerà a casa senza il suo ciocco di legno forato.

Intanto l’ora incalza e tra due chiacchiere ed un giro non ci si rende conto che sono arrivate le due e finalmente veniamo chiamati fuori per l’aperitivo e l’antipasto.

L’antipasto in piedi nella Hall dell’Abba Triana, che sembra un’astronave atterrata sulla Torre di Babele, è interessante ma per gran parte irriconoscibile, nel senso che ciò che mettiamo in bocca rimane spresso oscuro, anche se saporito, i “questo potrebbe essere” ed i “a me sembra” si sprecano, ma è tutto buono e le ragazze con i vassoi passano in continuazione. Esaurita la pratica antipasto si passa al pasto vero e proprio che viene servita in una sala identica a quella dell’Esposizione e della Gara con il classico sistema visto anche a Madrid, ossia con i camerieri che accorrono appena vedono che hai il bicchiere vuoto ma senza che ci sia sul tavolo alcuna bottiglia. Un primo piatto di pesce, un secondo di carne ed un dolce prima di preparsi alla tenzone, il tutto non in quantità eccessive ma forse un po’ pesantino nell’insieme e sulla Gara se ne risente, almeno io ne ho risentito.

Con molto, molto comodo, la Gara inizia che le quattro son già suonate. Prima di dare il via parla ai presenti il Presidente della Federazione Spagnola e da due notizie. La prima è che questa è l’ultima edizione della Copa Federacion che dal prossimo anno cambierà nome e sarà la Copa de España e che la Federazione Spagnola appoggerà la candidatura dell’Andalucia Pipa Club quale organizzatore del Campionato Europeo per Nazioni del 2012.

Espletate queste piccole formalità la Gara ha inizio, tutto sembra procedere bene ma, improvvisamente al minuto 31 spengo, vuoto e controllo per constatare che devo avere sbagliato qualcosa, il tabacco è tutto lì, non è nemmeno bruciato, si è tostato e non ha legato, probabilmente ho sminuzzato troppo oppure era troppo umido e non ho considerato questo aspetto, comunque sia è la mia peggiore prestazione in assoluto in una Gara Ufficiale e la cosa mi da particolarmente fastidio, soprattutto quando verifico che se avessi fatto la solita ora e dieci che è abbondantemente alla mia portata il CAP sarebbe arrivato Terzo invece che Sesto.

Comunque sono cose che capitano, l’importante è avere imparato un’altra cosa ed avere fatto un errore nuovo, in questo modo posso correggerlo. In classifica sono 43esimo, ma questo non mi impedisce di portare a casa come premio una Tomatina Due Hoja di Rafa Martin che mi lascia molto soddisfatto. Esaurita anche questa pratica di comune accordo con Enzo decidiamo di soprassedere all’ennesima cena con gli spagnoli e di levare le tende, rapido giro di saluti. Prima di lasciare la Sala passo anche da Asthon per salutarlo e poi via, a piedi ovviamente, fino in albergo.

Qui accade una cosa poco simpatica. La mattina uscendo l’omino mi aveva avvertito che per non meglio specificate esigenze mi avrebbero cambiato stanza e quindi mi chiese di portare giù il bagaglio, la mia camera alla sera non sarebbe più stata la 125 ma la 123. Perfetto. Tornato in albergo chiedo dunque la camera 123 ma quando la apro scopro che sul letto ci sono tipici indumenti femminili, richiudo e torno giù. Spiego alla signorina la questione la quale mi guarda e ride, riprovo in inglese, la signorina non parla una parola di inglese e chiama un ragazzo di colore alto due metri al quale rispiego la situazione.

Senza dire nulla va a guardare sul computer e poi mi da la chiave della stanza 348, all’ultimo piano, ma quando arrivo qui mi rendo conto che la stanza è in un angolo dell’albergo, è molto più piccola della precedente ed invece di avere il balcone ha una finestrella con inferriate e da sul tetto del palazzo accanto, inoltre la mia valigia non c’è. Scendo e dopo 5 minuti di ricerche la trovano nello sgabuzzino. Risalgo, mi sistemo rapidamente e riscendo per andare a cena.

Prima di cena rapidissimo salto al Corte Ingles, che chiude alle 22, per integrare la scorta di tabacchi e per qualche regalino a casa, poi passeggiate per il centro di Siviglia fin sotto la Cattedrale dove ci sediamo ad un locale dei tanti ed ordiniamo un po’ di tapas e qualche dolcetto, poca roba e tanto conto, forse abbiamo sbagliato locale. Poi tutti a nanna di buonora perché la mattina dopo tocca essere in aeroporto alle 8.

Domenica mattina alle 7.30 siamo tutti pronti nella hall dell’albergo e attendiamo il taxi che ci accompagnerà all’aeroporto, la giornata e grigia e apparentemente sonnolenta, il taxi scivola con calma nelle strade deserta ed in dieci minuti siamo davanti all’area partenza, rapida fila al chek-in e colazione con il solito cafè con leche e cornetto, superamento dei soliti paranoici controlli di sicurezza e quindi attesa per l’imbarco con piacevole sorpresa.

L’aereo che ci riporterà a Roma è difatti il No Vueling No Party, lo stesso che lo nel Novembre del 2006 ci riportò a Roma dalla vittoriosa trasferta di Madrid. Subito dopo il decollo sorvoliamo Siviglia avendone una splendida vista d’insieme e poi puntiamo dritti verso Valencia, la sorvoliamo dopo circa mezzora e poi il Mare Nostrum, fino all’estremo Norde dell Sardegna, passiamo su Stintino, altra mezzora e siamo su Civitavecchia, poi Bracciano e la discesa definitiva verso Roma dove atterriamo in anticipo.

Attraversamento dell’Aeroporto ed infine il trenino per casa, l’ultima immagine di questo viaggio è il Monumento ai Caduti di Kindu che si trova subito fuori della Galleria di Stazionamento del Treno per l’Aeroporto. Poi casa e la testa già rivolta a Madrid.

 
< Prec.   Pros. >

Avvertenze

Tutto quanto pubblicato in queste pagine, dai Testi alle Immagini, a qualsiasi altra cosa non sia esplicitamente indicata come usata in concessione deve intendersi coperta dal Diritto d'Autore del Titolare del Sito e non può essere utilizzata senza un'Autorizzazione specifica.

Sito ottimizzato per

IE 6.0 

 Opera 9.23 

 Google Chrome 1.0

 Mozilla Firefox 1.8
(con IE Tab)

Facebook