Sono sicuro che non molti conoscono Roy Stuart, in effetti si tratta di uno di quei fotografi conosciuti solamente in ambienti particolari, i suoi libri, sebbene siano reperibili nelle più importanti librerie spesso sono messi da una parte, seminascosti, considerati borderline alla pornografia. In realtà la fotografia di Stuart è esattamente sul lato opposto della pornografia, difatti mentre la pornografia è pura ostentazione artificiale la fotografia di Stuart è rappresentazione creativa. Nei fatti nelle foto di Stuart la donna riassume il ruolo centrale che nella pornografia è marginale. Stuart, che viene spesso associato alla pornografia in realtà ne è distante anni luce, anzi ne è un nemico, nemico di quella schematizzazione della donna perfetta, giovane, atletica, depilata, bionda che l’iconografia attuale ci vuol propinare, spinta da un concetto sempre più consumistico di ogni cosa, anche della fisicità che deve essere come pubblicità comanda e non come natura crea. Artificiale dunque, mediata dalla chirurgia, modificata dai cosmetici, alterata dalla necessità di apparire invece che di essere. La realtà è che la fotografia di Stuart si propone come un atto di ribellione all’imperante sistema pseudo borghese dove la realtà deve essere modificata, adattata, Stuart la vuole rappresentare così come è, nuda ed a volte cruda. La fotografia di Stuart vuole proporci una donna ed una sessualità femminile ripulita dagli schemi sociali e religiosi e dalle costrizioni di un sistema commerciale che inneggia ossessivamente alla perfezione fisica. Forse a prima vista può sconvolgere chi viene da anni di perfezionismo fisico, ma alla lunga affascina e permette di riconquistare l’idea di purezza della natura. |