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The Outlaws - Episode One PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
mercoledì 16 gennaio 2008

Episode One

Part One

That Don't Impress Me Much


MONITOR CITY
QUARTIERE DI SOUTH BORO
UN VICOLO BUIO

Un cielo di nuvole ed una Luna argentea proiettano una luce violacea su Monitor City, una luce che allunga le ombre della notte sui marciapiedi resi scintillanti dalla pioggia sottile che non smette mai di cadere, il Sole un ricordo, il volto grigio della città ancora più grigio del solito, gli alti palazzi, le vie larghe e vuote, tutto di un colore uniforme e smunto. A South Boro, nella Zona Sud, lontana dai Grattacieli di Downtown la livida luce lunare e più nitida, senza montagne di cemento ad ostacolarle la strada, ma le ombre non sono meno lunghe sull’acciotolato bagnato ed il rumore dei passi nel vicolo non è meno sinistro. Le due nere figure, coperte da mantelli ed incappucciate, si guardano intorno guardinghe, suonano un invisibile campanello che non emette alcun suono esterno ed attendono davanti ad una porta di metallo quasi impercettibile nel grigiore circostante. Pochi secondi, una finestrella si apre ed una lama di luce attraversa il vicolo da parte a parte rivelando parvenze di colori dimenticati, un occhio sospettoso appare dietro la piccola grata.

“C’è Gigi ?” sussurra una voce sotto il cappuccio.
“No, però c’è la Cremeria”, risponde l’occhio sospettoso.
“A me Gigi sempre quei cinquemila euro mi deve !”

La luce all’interno si spegne, rumore di chiavistelli, la porta si apre senza alcun rumore e le due nere figure vengono inghiottite dall’ancor più nero che si cela dietro il varco, la porta si richiude, nuovo rumore di chiavistelli. Fioche luci su una scala scoscesa che scende nei visceri del fatiscente palazzo, pareti umide e scrostate, cristalli di salnitro sulle pareti, rumore di passi attutiti da una qualche moquette consunta ed umida, odore di muffa diffusa. Una maniglia che si piega e la luce, pura intensa, senza mediazioni.

Un’enorme sala arabeggiante, nascosta nelle pieghe dello squallore esterno, tappeti dai colori accesi, divani vestiti di tessuti sgargianti, lampadari luccicanti, una musica soffusa di tendenza orientale, un odore nell’aria che sa di antichi sapori ed uno sfrigolio lontano che annuncia la buona cucina, un caldo contrastante con il gelo esterno, un tepore affrancante.

Non servono più mantelli e cappucci, via le coperture ed i due neri figuri rivelano vestiti casual ed informali dai colori disallineati, e da sotto i mantelli, nascosta nelle pieghe, appare una borsa di pelle nera consunta che come un trofeo viene alzata al grido di giubilo degli astanti e con fare solenne consegnata ad un uomo corpulento ed apparentemente malvestito che la prende in carico e tra gli applausi la depone sul grande mobile in fondo alla Sala dove uno spazio era appositamente stato lasciato per quel prezioso contenitore.

“All’attacco !”

L’intimazione della voce tonante provoca un fuggi fuggi generale attorno al grande tavolo centrale al quale ognuno cerca di prendere posizione. L’enorme tavolata apparecchiata di tutto punto ed ornata da numerosi piatti ricolmi di antipasti prende vita improvvisamente ed il rumore delle posate soverchia quello delle voci; piattate di filetti di baccalà in pastella viaggiano da una parte all’altra della tavola, seguite dappresso da piattate di suplì ed olive ascolane, di bruschette, di grosse olive verdi e dolci, di porchetta, di carciofi tagliati in quattro, di formaggi salati e piccanti. Lo scempio va avanti nel rumore delle mascelle per lunghi minuti.

“Silenzio ! Parla Agnesi !”

Alla seconda intimazione tutto tace, un omone esagerato vestito come un serial killer, ma è sugo di pomodoro non sangue quello che ne ricopre le vesti, entra nella sala con una enorme pignatta fumante che viene posta al centro del tavolo e dalla quale vengono tratte copiose palettate di amatriciana sgocciolante, ancora una volta i piatti passano di mano in mano e solamente quando tutti sono stati serviti dalla tavola si alza un grido, unanime, all’unisono, intonato: “Maccarone, tu m’hai provocato ed io me te magno !” e tutti, forchette alla mano, si lanciano sulla loro malcapitata porzione di carboidrati sotto forma di bucatini.

Quando la compagnia sembrava cheta ecco che l’omone torna con una enorme fiamminga d’acciaio ricolma di croccanti carciofi alla giudia che in breve lasciano di loro solo vaghe tracce di unto sulle stoviglie e tra un bicchiere di rosso ed una battuta salace l’ora si fa sempre più tarda e gli animi sempre più allegri fino all’apparizione del Pandolce che viene brutalmente seviziato, ma in tempo così rapido da non lasciar al malcapitato il tempo di trarre sofferenza dalla situazione.

Due tocchi dopo l’una, battuti dalla pendola in fondo alla sala, hanno il potere di rendere tutto silente, l’ora tanto attesa è giunta, nessuno proferisce più parola, l’omone vestito da serial killer e ricoperto di pomodoro rupilisce meticolosamente la tavola da posate e bicchieri finché non rimane che la nuda tovaglia e null’altro, l’uomo corpulento ed apparentemente malvestito si alza, lentamente, recupera la borsa di pelle nera dal mobile e la posa al centro del tavolo, tutti gli sguardi sono su di lui.

“E’ giunta l’ora di spartirsi il bottino”, annuncia con solennità, il clic della chiusura metallica della borsa scatta nel silenzio della sala, la lingua di pelle si solleva, l’uomo afferra la borsa, la alza ed improvvisamente ne rovescia il contenuto sul desco, il bottino in tagli e pezzature diverse rotola per ogni dove, un istante di contemplazione, un grido di giubilo e la turba si lancia a prendere la propria parte, mani avide affondano le une sulle altre, ognuno cerca di prendere per se i pezzi migliori, l’uomo corpulento osserva divertito la scena ed infine batte due volte la mani per aria, richiamando l’attenzione. La torma si ritrae, ognuno con quanto è riuscito ad afferrare nelle mani.

“Calma, nessuno resterà senza, ma ora parliamo di cose serie, sentiamo cosa hanno da dirci i nostri due corrieri”.

Uno dei due ex incappucciati che avevano portato quella borsa nera fin dentro la rilucente sala prende la parola.

“Dalle Lande di Elvez fino a North Side abbiamo amici, non ci hanno fatto problemi, il fatto è che per evitare Downtown siamo dovuti passare per forza dal Territorio di Med O’Caus e lì abbiamo rischiato parecchio, il Cimbro e Coccia Pelata hanno cercato di ostalarci in tutti i modi, ma per fortuna siamo riusciti a superare il Rubik Kanal prima che il Brizzolato si svegliasse al richiamo delle loro urla e li abbiamo sbeffeggiati dalla Riva dell’East Side, da lì in poi la via è stata libera fino a qui”

“Ma chi c’era con loro”, chiese uno della tavolata, “Nessuno”, rispose l’ex incappucciato, “Erano solamente loro due, ma sbraitavano come fossero stati duecento”.

“Questa storia sta diventando fastidiosa”, precisò una voce dalla Sala, “Quei due sembrano cani idrofodi e il Fascista Rosso che gli fa da ideologo è il peggiore della Banda, i Territori di Med O’Caus ormai sono una giungla senza regole”.

“No, le regole ci sono”, sottolineò l’uomo corpulento, “Solamente che vengono emanate alla bisogna su diretto ordine del Cozzaro Nero, ormai è evidente che il Brizzolato si sveglia raramente e loro fanno quel che vogliono”.

“Secondo me il Brizzolato è loro complice in tutto, altro che si sveglia raramente, quello dorme il sonno di Ponzio Pilato”.

“Ha ragione, le chiavi dei Territori Med O’Caus le ha lui e se accetta ordini da quelli vuol dire che li condivide”.

“E da Downtown che notizie ci sono ?”

“Poche, Lampadina Fulminata va a corrente alternata, si accende e si spegne in maniera totalmente random, però la Zona è controllata dall’Uccello Cecato e da Coccia Pelata che spesso abbandona i Territori Med O’Caus per portare appoggio a Dowtown, alle volte si porta dietro anche il Pirla dei Carpazi, sempre che non stia ravanando in qualche cadavere”.

“Ma tutto questo perché ? Cosa li spinge a tanto impegno ?”

“La demenza senile ?” – una risata riempie la sala.

“Hanno evidentemente avuto ordini da qualcuno, secondo me hanno una tresca con l’Importatore della Nut Hell, francamente non vedo altre spiegazioni in tanto accanimento”.

“Ho saputo che anche i ragazzi di New Acquitance ultimamente hanno avuto problemi sia con Lampadina Fulminata che con Uccello Cecato, sembra che vogliano fare casino anche da quelle parti”

“Insomma la strategia è chiara: attaccare chiunque non la pensi come loro e non si chini al verbo della Nut Hell”

“La questione non ci riguarda”, pronunciò con calma l’Uomo Corpulento, “Si tengano la loro Nut Hell, non ci impressionano più di tanto, ed ora festeggiamo !”

Un urlo accolse l’invito e il bottino venne spartito con equità, c’era di tutto tra di esso, liquirizia in rondelle, in bastoncini, in rondelle arrotolate, a forma di animaletti, a quadrati con il centro colorato, gommosa, dura, ricoperta di menta, con il cuore di menta, era il carico migliore che si fosse visto a South Boro da diverso tempo a quella parte.

 


Episode One

Part Two

That Don't Impress Me Much


MONITOR CITY
QUARTIERE DI DOWNTOWN
BLACK BUILDING – 666° PIANO – CRAVING SUITE

L’immensa sala arredata in maniera esclusiva, con enormi mobili laccati neri, lucidi come la notte che incombeva dalle grandi vetrate era ancora silente, il grande tavolo centrale, anch’esso nero e lucido, con un piccolo fregio bianco al centro, non aveva ancora accolto tutti. La sua forma ovale molto accentuata creava due posti a capotavola nei due lati opposti, ad uno di essi era seduto il Brizzolato, che tanto per cambiare fissava il vuoto, testa immobile, bocca aperta, un leggero sibilo che si spandeva nell’aria dai suoi polmoni, all’altro capo del tavolo anche Lampadina Fulminata era tutt’altro che acceso, anzi sembrava decisamente spento, quasi in stato catatonico, su un lato Coccia Pelata cercava di capire se la fioca luce del piccolo lampadario si riflettesse sulla sua cervice continuando a cercare di specchiarsi nel nero lucido del tavolo, accanto a lui il Fascista Rosso si mangiava le unghie compulsivamente, di fronte a lui il Cozzaro Nero guardava fisso nel vuoto mentre Uccello Cecato, in piedi davanti alle vetrate provava a sorridere alla notte senza riuscire ad imitare altro che un ghigno orribile. Sul lato del tavolo che dava alla grande porta di plastica due figuri coperti da neri mantelli che non sembrava avessere intenzione di togliere attendevano silenziosamente gli eventi, alla loro destra il Cimbro digrignava rumorosamente i denti emettendo dalla labra un filo di bava che asciugava in continuazione sulla manica della giacca.

Passarono lunghi minuti prima che la porta di plastica si aprisse ed apparisse sulla soglia il Pirla dei Carpazi, con ancora indosso il camice della autopsie ricoperto di sangue, si chinò immediatamente per schivare un bicchiere di cristallo che il Cozzaro Nero gli aveva indirizzato con precisione e rimase in silenzio ad ascoltare la pioggia di insulti che lo stesso Cozzaro Nero gli rivolse per avere ritardato all’appuntamento fissato. Chiese scusa prendendosi anche un bel po’ di insulti da Coccia Pelata e da Cimbro, ed infine si sedette anche lui.

“La situazione è grave”, esordì il Cimbro, “Ce l’hanno fatta di nuovo sotto il naso”, sbavò sul tavolo, “Il carico di liquirizia di Elvez è passata indenne fino a South Boro”, picchiò un pungo sul tavolo e vomitò una ridda di insulti prima di rivolgersi a Lampadina Fulminata, “Cosa stavate facendo a Dowtown, vi sono passati dentro venendo da Nord e nessuno è riuscito a fermarli”. Lampadina Fulminata sembrò accendersi, “Abbiamo fatto il possibile, ma erano un esercito, armati fino ai denti, ci hanno sparato granate al fosforo e ci hanno anche fatto le pernacchie”, Coccia Pelata lo guardò con disgusto, “Erano in due, con una borsa di liquirizia sotto i mantelli, da soli”, disse con fastidio, Lampadina Fulminata si alzò in piedi, “Ma cosa dici, erano almeno in 600 con mezzi pesanti ed armi nucleari, hanno cercato di rubarmi le scarpe !”, Coccia Pelata rinunciò e con flemma si rivolese al Cimbro, “Erano in due”, “Lo so pezzo di deficiente”, rispose il Cimbro sputando, “Ero con te sulle Rive del Rubik Kanal quando sono passati !”.

Improvvisamente il Brizzolato emise un grugnito, “La faccenda è che quando 230 anni fa commerciavo sabbia nel Deserto il problema principale era riuscire a convincere i Beduini che …”, non finì la frase perché fu ricoperto dagli insulti del Cozzaro Nero.

“In ogni caso qui le cose non vanno bene”, sentenziò Coccia Pelata, “Li abbiamo cacciati dai Territori di Med O’Caus con il risultato che non solamente nessuno ci ha ringraziato ma molti se ne sono andati spontaneamente proprio per questo motivo, inoltre nessuno ha ritenuto opportuno cacciarli anche dagli altri territori, anzi, e questa cosa non riesco a spiegarmela, sembra che South Boro sia diventato un punto di riferimento per tutti, abbiamo sempre meno presenze a Med O’Caus mentre a South Boro aumentano sempre di più. Nel North Side sembra che ci ignorino, New Acquitance ci mostra una certa ostilità, ad East Side addirittura li hanno chiamati per farsi aiutare” e qui il discorso di Coccia Pelata fu interrotto da una valanga di bestemmie provenienti dal Cozzaro Nero, “la realtà dei fatti è che ogni volta che abbiamo provato ad eliminarli ne sono usciti più forti di prima”, a questo punto il Cimbro grugnì sbavando sul tavolo ed ergendosi in piedi ululò “Perché la gente sono ignoranti !” e tornò a sedersi continuando a sbavare sul tavolo.

“Comunque occorre prendere seri provvedimenti”, disse finalmente l’Uccello Cecato, “E’ intollerabile questa situazione, non è possibile accettare che ci sia chi pensa di poter pensare ciò che vuole”.

In quel preciso istante la grande porta di plastica si aprì ed entrò un maggiordomo in livrea completamente nera con cravatta bianca portando un grande vassoio di cristallo verde che posò al centro del tavolo, fece un inchino e come era apparso sparì dalla grande porta di plastica.

Lampadina Fulminata guardò il contenuto del vassoio e si servì e così fecero tutti gli altri. Il vassoio era ricolmo di bastoncini di liquirizia, e solamente di quelli e tutti esattamente della stessa lunghezza, spessore, consistenza e sapore.

Ultimo aggiornamento ( martedì 01 gennaio 2008 )
 
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