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La Spina di Borgo PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
domenica 03 febbraio 2008

Nel 1929 Mussolini porta a termine l’impresa di chiudere la Questione Romana, con i Patti Lateranesi si conclude il contenzioso nato con lo Stato Pontificio nato dopo la Breccia di Porta Pia, per siglare quello che è, indubbiamente, un eccezionale colpo di diplomazia e politica interna ed internazionale Mussolini decide la realizzazione di un’opera pubblica che sancisca la grandezza dell’avvenimento, si compie così lo scempio che prenderà il nome di Via della Concilazione.

Per la realizzazione di tale strada, che collegherà il Lungotevere con Piazza San Pietro, si rende necessaria la distruzione di uno dei più tipici quartieri di Roma, la Spina di Borgo, chiamato così per la sua forma a cuneo, la distruzione avviene nel 1934. Durante la demolizione degli edifici si rinvengono molti mattoni riportanti le insegne della fabbrica del Colosseo, a dimostrazione che la Spina fu costruita saccheggiando la parte mancante del terzo anello dell’Anfiteatro Flavio, in parte caduta per incuria, in parte sapientemente demolita a picconate per recuperare materiale edilizio.

Scottante il problema degli abitanti di questa zona, la soluzione è semplice, la “deportazione” in altro luogo. A tale scopo vengono costruiti due insediamenti popolari di concezione opposta ma nell’idea innovativi. La prima opera è la realizzazione del “Castello di Valmelaina”, si tratta in sostanza di un enorme caseggiato popolare, a pianta quadrata, con lati di 300 metri ed altezza di otto piani, dotato di ascensori, la parte interna è vuota e vi vengono realizzati viali e giardini, su tre lati vengono installati tutta una serie di esercizi commerciali atti a rendere autonoma la Cittadella, visto che l’insediamento avviene in una zona di campagna, lontana da Roma, appunto la zona della Valle Melaina, a ridosso della confluenza dell’Aniene nel Tevere, dai torrioni del Castello si può vedere la Cupola di San Pietro; accanto viene realizzato un complesso di edifici più piccoli, con vie e piazzette interne. Qui vengono deportati una prima parte degli “sfollati di Borgo”.

A poche centinaia di metri, in una zona occupata da cave di tufo in disuso viene realizzato un altro complesso popolare, di concezione diversa, case piccole, di tre o quattro piani, circondate di verde e viali alberati, tra le colline, un nuovo quartiere che sarebbe stato denominato in futuro “Tufello”, a memoria dell’originaria presenza delle cave di tufo. La via principale si chiamerà Via delle Isole Curzolane, nome probabilmente errato visto che delle Isole Curzolane non sembra esistere traccia nel mondo. A causa dell’origine di questi insediamenti gli abitanti si distingueranno sempre per una spiccata tendenza politica opposta al fascismo.

Oggi insieme al Testaccio, Valmelaina ed il Tufello, denominate burocraticamente Zona I (le Zone sono le Circoscrizioni Urbane in aggiunta agli originari 22 Rioni in cui era divisa la città e sono arrivate oggi a 20), si distinguono per essere tra i più puri esempi di “romanità”, di fede politica quasi interamente di sinistra e di cuore sportivo giallorosso (per la vittoria nel campionato 2001 le strisce pedonali di tutta la zona vennero nottetempo dipinte di giallo e rosso, tra i lampioni stradali furono tirati nastri gialli e rossi, lungo le carreggiate stradali vennero scritti i nomi dei giocatori). Spesso associate a degrado popolare, tipica a Roma l’espressione “ma che vieni dal Tufello”, sono stati usati come sfondo cinematografico in molti film, da Verdone al più recente Caro Diario di Moretti. Dai miei 5 ai 13 anni, tutte le mattine, ho attraversato a piedi le stradine del Tufello per andare alla mia scuola che si trovava ai piedi ella collina del Gran Paradiso, che domina gli insediamenti. Oggetto negli scorsi anni di una imponente opera di recupero urbano, il Castello di Valmelaina e la Città Giardino del Tufello si trovano nel pieno cuore della Zona Nordest di Roma, ormai considerate come le ultime propaggini del centro.


Come appariva la Spina di Borgo prima
della costruzione di Via della Conciliazione.

Ultimo aggiornamento ( martedì 05 febbraio 2008 )
 
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