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Il Codice da Vinci - Book PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
giovedì 07 febbraio 2008

Parigi, Museo del Louvre. Nella Grande Galleria, il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L'assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva.

A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l'uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon.

Dopo avere letto il libro due domande dovrebbero sorgere spontanee;

  1. come ha fatto ad avere tanto successo un simile assurdo guazzabuglio,
  2. perché la Chiesa se ne sia interessata tanto

La risposta alla prima domanda credo sia insita nella seconda: il libro ha venduto perché la Chiesa è fatto un caso. Errore, grandissimo errore !

Spesso la Chiesa non riesce a separare la finzione dalla realtà, questo difatti è il classico caso di romanzo furbetto, scritto dall’autore per creare scandalo e la Chiesa ci è cascata dentro con tutto il Cupolone mettendosi a smentire e controbattere alle accusa di un romanziere da due soldi, si proprio di un romanziere che null’altro aveva scritto se non una favoletta, neppure tanto bella.

Il romanzo è scritto male, ma soprattutto manca di una logicità lineare, salta di pal in frasca e tira conclusioni azzardate senza spiegarle, al di là delle verità storiche usate strumentalmente dall’autore; non c'è nulla di veramente avvincente e si resta sempre in perenne attesa del colpo di scena che non avviene mai, ma proprio mai, neppure piccolo piccolo, persino il tradimento di uno dei protagonisti non può essere definito colpo di scena perché data la struttura del romanzo lo si legge come il sotto colpo di scena preparatorio a quello vero, che come detto non arriva. A tratti sembra di leggere la sceneggiatura di una brutta telenovela.

La lettura che si da dei Templari e del Priorato di Sion è ridicola, se veramente il Gran Maestro del Priorato fosse idiota come quello descritto dal Romanzo la più segreta delle organizzazioni segrete non sarebbe altro che un’accolita di mentecatti.

In definitiva: un romanzo che a fronte di una storia, fondamentalmente interessante, viene mal strutturato e mal gestito ed usa, strumentalmente, fatti storici incontrovertibili (come ad esempio il fatto che il 90% di ciò che la Chiesa ci dice è stato stabilito dalla Chiesa stessa e non certo dal Verbo di Dio), solamente per ottenere quella pubblicità gratuita che la Chiesa, con profonda ingenuità ha concesso a larghissime mani.

Non è un caso che i successivi scritti di Dan Brown siano stati dei discreti flop e che il film che ne è stato tratto, di cui parlerò in un prossimo futuro, con Tom Hanks ed Audrey Tatoo sia un prodotto decisamente eccellente essendo partito da una storia così debole, raramente un film è migliore del romanzo a cui è stato tratto, ma quando l’origine è così scadente non si può che migliorare..

Un applauso al marketing sapientemente studiato dall’autore.

Ultimo aggiornamento ( giovedì 07 febbraio 2008 )
 
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