Ma si trova in una casa del centro vecchio, buia, ai comandi di una vecchia che vive perennemente a letto, con un coniglio ed in fondo alla stanza, vicina ad una tana di topi, un vecchio baule con le memorie del suo defunto marito, ex Generale di Massimiliano d’Asburgo, l’Imperatore del Messico. La casa è abitata anche da Aura, giovane nipote della vecchia della quale Montero si innamora, scoprendo poi che la vecchia ha più di cento anni, che traffica con le piante officianali, che Aura altro non è che una proiezione di se stessa creata dalla vecchia. La storia è allucinata, mai chiara, le atmosfere, che vorrebbero essere oscure sono in realtà solamente incomprensibili, a tratti disgustose, manca di qualsiasi logicità e qualsiasi, seppur minimo, tentativo di far apparire il tutto plausibile, un evidente lavoro di terzordine di un autore che viene descritto come una pietra miliare della letteratura in lingua spagnola, si spera non per scritti come questa schifezza. |