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La Ragazza del Lago PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
martedì 22 aprile 2008

Sono le otto del mattino quando Marta, addentando una ciambella, sta tornando a casa dopo aver dormito da una zia. Un furgone si ferma: Mario, ragazzo affetto da ritardo mentale, la convince a seguirlo nella sua fattoria. L'allarme scatta subito, Marta ha solo sei anni. Nel paese arriva il commissario Sanzio, un poliziotto esperto, da poco trasferitosi in quelle zona un pò sperduta.

Il più giovane collega Siboldi, residente in quelle valli, diventa la sua guida anche per conoscere i legami famigliari e affettivi della piccola comunità. I due, accompagnati da Alfredo, fedele collega di Sanzio dai tempi della sezione omicidi, si dovranno trattenere nel paese, perchè un altro delitto si sta per consumare; un crimine sicuramente nato in seno a una delle famiglie del paese, frutto di un legame affettivo o sentimentale. Tutti coloro che Sanzio incontra e interroga possono essere i potenziali assassini. Il commissario si addentra in questa storia con insolita partecipazione, anche la sua famiglia è attraversata da un forte dolore che scorre parallelo a quello dell'indagine.

Un colpo di sonno

Il film è sonnolento, volutamente sonnolento, irritantemente sonnolento, giocato spesso sui toni bluastri delle albe, mette in campo una tragedia dietro l'altra a partire dal commisario stretto tra una figlia che non capisce ed una moglie con una malattia degenerativa che non lo riconosce, costretto ad indagare su una ragazza di diciassette anni trovata nuda e morta sulle sponde di un lago, malata terminale di cancro ed amica intima di un bambino di quattro anni affetto da autismo. Sembra la sagra del dolore, non si salva nessuno, neppure il fidanzato delle vittima che finisce in galera perché sta antipatico al commissario che, secondo i nuovi metodi investigativi, non mette insieme la prove per trovare l'assassino, ma sceglie un assassino e poi cerca di appiccicargli le prove. Un equivoco dietro l'altro e scopre anche un delitto sul quale non stava indagando e scopre anche che quello su cui sta indagando è quasi eutanasia. Un film dimesso, dimessissimo, con protagonisti che sembrano tutti maniaci depressivi, anche il giudice in gravidanza e tutti assolutamente, irremediabilmente, tremendamente, sconfitti dalla vita e quasi beati della loro condizione grama ed inutile, come il film. Il fatto poi che questa pellicola abbia ricevuto una pioggia di premi ai David di Donatello dimostra come il cinema italiano sia autocelebrativo, non rivolto al mercato, incapace di uscire dall'equazione noia=cultura che tanto sembra piacere ai cineasti di casa nostra e visto che li premiano anche quando sfornano simili porcate c'è da chiedersi perché dovrebbero cambiare rotta.

Ultimo aggiornamento ( sabato 19 aprile 2008 )
 
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