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Lienz 08 - 2/3 Maggio PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
venerdì 30 maggio 2008

Alle ore 5.45 del 2 Maggio metto il naso fuori dal portone ed ho esattamente 15 minuti per raggiungere a piedi Largo Valtournanche, mi rendo conto che sono in ritardo perché la percorrenza minima difficilmente può essere inferiore a 20 minuti, mentre attraverso l'incrocio deserto di Via Monte Cervialto mi giro e vedo il bus 93 che sopraggiunge, sicuramente la prima corsa della mattina, sono a dieci metri dalla fermate e ne approfitto, salgo al volo e scendo alla fermata successiva, quella di Piazzale Jonio, conto così di avere recuperato quei pochi minuti di ritardo. Arrivo a Largo Valtournanche alle 5.58, Carlo e Nicola sono già lì, Giovanni arrivo un paio di minuti dopo, chiamiamo Flavio al cellulare e scopriamo che invece ha appena imboccato la Salaria, arriva un quarto d'ora dopo, rapido parcheggio e partenza fuori orario alle 6.20, ma la strada è sgombra ed prima delle otto siamo a Montepulciano per la prima sosta, colazione con cappuccino e cornetto e ripartenza, alle 12 dobbiamo essere a Cortaccia, meglio non perdere troppo tempo. L'autostrada sembra una pista deserta ed alle 10 esatte abbiamo già superato Bologna e ci dirigiamo decisi verso l'attacco dell'Autobrennero, dopo Modena incontriamo un po' di traffico, ma roba da poco, si va comunque abbastanza velocemente, verso le 11 sentiamo i Bergamaschi che ci sono qualche decina di chilometri davanti, rimaniamo d'accordo che ci aspetteranno alle Cantine Sociali di Cortaccia, proprio all'ingresso del paese. Alle 11.52 usciamo dall'Autostrada ad Egna, anche in leggero anticipo. Fuori dall'autostrada quasi spalmiamo sull'asfalto una ciclista che si aggira per una stradina di campagna che siamo costretti a fare per arrivare a Cortaccia ed infine dopo una curva vediamo la sagoma di Angelo che imitando un parcheggiatore abusivo ci invita ad entrare nel parcheggio delle Cantine.

Breve tragitto fino al Tiefenbrunner dove ci aspetta una Merenda Mista, consistente in speck, formaggio, salame, pane nero, succo di mela, il tutto da consumarsi su un bel tavolo sotto un grande albero con una temperatura ideale e dopo la Merenda una bella fumata digestiva prima di rimettersi in cammino per andare alle Distillerie della Roner a vedere cosa offre lo spaccio aziendale, rapido caffettino al Bar e si riprende la marcia verso Lienz.

Si riprende in cammino verso l'Austria nel tratto dove l'autostrada comincia veramente ad inerpicarsi per le montagne e dopo avere passato Chiusa ed il suo Monastero della Sabiona, antica Stazione di Sosta Romana fin dal 14 a.C., usciamo a Bressanone ed immediatamente imbocchiamo la Statale per Brunico, sperando di non incappare in qualche camper, cosa che puntualmente accade invece e ci costringe a procede molto molto lentamente fin quando la strada non si raddrizza un po' ed offre qualche rettilineo che ci permette di liberarci la strada. Nel frattempo il percorso ci offre scorci interessanti, Castelli diroccati e poco prima di San Candido la macchina dei bergamaschi che ci precede rallenta ed esce di strada andandosi a parcheggiare in una specie di spiazzo in ghiaia a strapiombo su un fiume e con un minuscolo chiosco in legno che serve birra e cibarie varie. La sosta dura circa un quarto d'ora e ci scappa anche un accenno di fumata, si riparte convinti di proseguire fino alla meta finale, ma dopo San Candido e poco prima del confine ci scappa un'altra sosta birra a bordo strada. Ora sembra che finalmente la decisione sia di arrivare alla meta, si riparte e ci si inoltra sempre più in un paesaggio alpino mentre ci si arrampica su verso il passo che ci scodellerà in Austria una volta per tutte ed infine appare la barriera doganale deserta del vecchio posto di confine, ormai totalmente inutile.

Superato il Passo ed il Confine ci si prospettano dinnanzi una manciata di chilometri tra le montagne austriache fino a Lienz che ci appare di lì ad una mezzora, la superiamo e puntiamo verso Tristach, luogo di Gara e di Alloggio, che ci appare come un Campanile nello scorcio di pianura della Valle, superiamo anche questo e ci dirigiamo verso lo Jungbrunn, che troviamo a mezza montagna, su un piazzale dove si trovano tre caseggiati in classico stile alpino e dove Vilma, il Conte e Matteo sono già parcheggiati. Baci, abbracci, saluti, si prende possesso delle camere e ci si da appuntamento di lì ad un'ora per recarsi a Lienz a cenare, tra una sosta ed una bevuta difatti sono arrivate le 19.30 e soprattutto per noi Romani, in viaggio dalle sei del mattino, anche un po' di stanchezza.

Verso le 20 siamo a Lienz, parcheggiamo sul Lungofiume e ci addentriamo nel centro, sulle prime, ed anche sulle seconde, mi ricorda molto Bratislava, sia come architettura che come colori e se vogliamo anche come dimensioni. Lienz difatti, nonostante sia la Capitale del Tirolo Orientale (Osstiroll), conta appena 12.000 abitanti e come noteremo è una città molto votata al turismo, ci sono più venditori di Souvenir che Bar, giusto per dire. Comunque l'ora è tarda (da quelle parti ovviamente) e trovare un luogo aperto dove mangiare qualcosa non è cosa delle più facili. Il primo impatto è con una strana Piazza Moderna dove ci sono delle orripilanti imitazione dei Moai dell'Isola di Pasqua ed un paio di ristoranti aperti con in vista le bandiere italiane, però noi, almeno alcuni di noi, sono alla ricerca di un classico piatto austriaco, quindi proseguiamo oltre, ci incontriamo con Annalisa e Fiorenzo e dopo un gran girare, dove tra le altre cose incrociamo la Tabaccheria di Dobnig, che già a vederla da fuori ci appare molto ma molto interessante, tanto da programmarla come prima tappa della giornata successiva. Finalmente ci buttiamo dentro un Ristorante nella parte vecchia della città, dall'aria moderna ma invitante, ci dirottano verso una sala interna tutta per noi, con vetrata sulla piazza e dove si può fumare, anche la pipa !

 

Piazzati a tavola come prima cosa ci gustiamo il classico pane austriaco, poi ognuno si lancia in qualcosa di oscuro, difatti il menù è in tedesco malamente tradotto in italiano, a me tocca della carne con crauti e knodel di contorno, tutto sommato niente male, a Vilma il suo piatto invece non piace e finisce per mangiare pane e patatine, ma il meglio è sui dolci, infatti Piero ed io ordiniamo un dolce misto per due e ci viene portato un vassoio a tre piani pieno di roba, Fabio ordina una fetta di Strudel e gli portano qualcosa come uno strudel intero. Finita la cena la cosa migliore è una bella passeggiata fumante per le stradine deserte di Lienz, che a mio giudizio è più suggestiva di notte che di giorno, i Bergamaschi con Annalisa e Fiorenzo decidono di proseguire la  serata in un altro locale mentre noi Romani decidiamo di tornare sui nostri passi finché siamo ancora sufficientemente lucidi per poterlo fare.

 

La breve passeggiata per Lienz, in direzione della macchina da recuperare ci mostra alcuni scorci interessanti, soprattutto alla luce notturna, ci fa capire che la viabilità è un po' cervellotica, visto che procedendo regolarmente la nostra strada d'improvviso si trasforma in senso unico in direzione opposta e siamo costretti a fare inversione nel parcheggio di un supermercato e cercare, tramite vicoli e viottoli, di tornare sulla via principale per guadagnare la via di Tristach, che sta solamente a 4 chilometri, ma nel buio della notte sembrano un viaggio infinito. Sosta rapidissima a fare benzina in un distributore ancora aperto, il serbatoio è praticamente a secco e poi via nella notte, attraverso la campagna, su per una stradina scoscesa fino ad arrivare nel piazzale dello Jungbrunn, la stanchezza si fa sentire con prepotenza e si rimanda qualsiasi cosa all'indomani mattina, appuntamento alle 8.30 nella Sala Colazione.

 

La notte passa in fretta, andato a letto prima di mezzanotte alle sette sono già sveglio, ho dormito il doppio di quanto dorma generalmente, una sistemata ai bagagli, una riguardata alle foto del giorno prima, la scelta delle pipe da portarsi dietro, una rapida doccia ed ecco che sono già le otto, alle otto e venti mi presento in sala colazione dove Flavio, Tiziana, Angelo e Carlo hanno già provveduto a dare una bella ripulita al tavolo delle cibarie, comunque un bel panino al burro e marmellata ed una tazza di latte e caffè freddo (a me piace così) e sono comunque a posto. Il programma della mattinata è chiaro: per prima cosa si scende in città, dove la Tabaccheria Dobnig è aperta già dalle sette del mattino, poi si fa un giretto in città e per le undici ci si presenta puntuali a Tristach per formalizzare l'iscrizione in Gara. Alla spicciolata scendono tutti gli altri, Vilma, i Bergamaschi, Giovanni e mentre loro pasteggiano noi che abbiamo già fatto ci accomodiamo fuori a fumare qualcosa, nell'aria frizzantina del primo mattino austriaco. Quando ci muoviamo sono all'incirca le nove, in dieci minuti siamo a Lienz e parcheggiamo nuovamente sul Lungofiume prima di dirigerci a piedi nel centro. Ribadisco la prima impressione, Lienz assomiglia tantissimo a Bratislava, anche per la particolarità di avere un centro minuscolo con un passaggio alla periferia brutale, basta attraversare la strada per passare dallo stile "bellino" a quello "palazzone". Non ci sono carte o cicche per terra, nulla di nulla, i palazzi sono perfetti e pulitissimi, sembrano tutti costruiti ieri, neanche una sbavature sulle facciate, tutto appare dipinto di fresco. Una monotonia incredibile, almeno i colori assurdi di alcuni palazzi rompono la visuale. La città è comunque graziosa, ma noi siamo più interessati alla tabaccheria. La Sala tabacchi si trova sul retro, non molto fornita a dire la verità, anzi fornitissima, ma di tabacchi di gusto prettamente germanico, più interessante la sezione sigari, dove recupero tre scatole di Senesi e due di Villiger, inoltre mi accollo una strano tabacco Bobby's Dream e due Stanislaw, uno perché ha sopra una stampa del Titanic e l'altra perché riporta un disegno di un Dornier.

 

Dopo l'assalto alla tabaccheria la mattina è ancora giovane, ci sono due ore da spendere prima di tornare a Tristach ed effettuare le iscrizioni, quindi decidiamo di fare un giretto, ma per prima cosa un rinforzino alla colazione ci sta bene, quindi tutti seduti ai tavoli esterni di una bar a prendere cappuccino e caffè (mai bevuto ad un bar un caffè peggiore), una fumatina, quattro chiacchiere intanto che tutti fanno il loro passaggio nella Tabaccheria Dobnig. Finito definitivamente in saccheggio ci si muove per le pulitissime stradine di Lienz approfittando del mercato del Sabato mattina, finalmente si vede un po' di gente in giro, ma comunque sempre molto composta. Il mercato non è molto grande ma è grazioso, si trovano in vendita cappelli, scarpe, cibi austriaci, speck e soprattutto pane, l'unica cosa veramente acquistabile, arriviamo in fondo alla strada del mercato (che praticamente finisce in campagna) e torniamo lentamente indietro, l'ora si avvicina e cerchiamo di recuperare tutti. Troviamo i bergamaschi fuori da uno strano supermercato, intenti ad acquistare zuppe liofilizzate ed a fumare toscani, spostandoci sulla piazza principale veniamo catturati, tipo calamite, da un negozio di souvenir, nel quale Giovanni entra a chiedere se per caso non abbiamo una doppia presa Siemens, visto che ne ha bisogno per far funzionare la macchina da caffè elettrica che si è portata da casa, nel frattempo ognuno compra qualcosa, cartoline, aggeggi vari, da bravi turisti. Gli austriaci sono gentili, ma formalissimi, non parlano altro che tedesco e più che sorridere ghignano. Finite le formalità turistiche torniamo alle macchine, attraversiamo la cittadina, il fiume, la campagna circostante e riguadagnamo Tristach, dove la Sala è già pronta e gli Austriaci schierati, ci fiondiamo a fare le iscrizioni e scopriamo l'esistenza di una Tombola, sicuramente fatta per finanziare il Club, e veniamo colti dalla febbre del gioco.

 

La Sala di gara si trova in una specie di centro comunale dotato di bar, ristorante e patio esterno per concerti, all'interno è già tutto pronto, con i cartellini con i nomi sul tavolo ed il banco iscrizioni appena oltre l'ingresso, il palco della Giuria è un po' inquietante e mi ricorda vagamente le adunate di Norimberga, ma d'altra parte lo stile è quello tedesco, quindi nulla di strano, la cosa che però mi impressiona è che tutti, ma proprio tutti, i Soci del Club di Lienz indossano un graziosissimo gilet grigio con il logo del Club, evidentemente nessuno si è rifiutato di indossarlo. Procediamo subito a regolarizzare le nostre posizioni con la consegna della Pipa ed il pagamento della quota dovuto per Gara e Cena seguente, che avrà però un sgradita sorpresa, espletate le formalità diamo un'occhiata in giro. Su un tavolo sono disposti gadget a go go a libera disposizione dei partecipanti, ci sono portaceneri, bocchini per sigarette, scovolini, spillette, locandine e buste per raccogliere il tutto, facciamo un po' di razzia anche in vista delle prossime gare interne a Roma, acanto alla porta c'è poi una postazione dove vengono distribuite pallottole di tabacco. Si tratta in effetti di confezioni tipo cioccolatini che contengono una sorta di pallottola vera e propria di tabacco precompresso che non occorre fare altro che infilarlo nella pipa ed accenderlo, per curiosità le prendiamo, vedremo cosa ne viene fuori. Saliamo anche sul palco dei premi, che qui ci sono e sono ricchi, perché gli sponsor esistono, d'altra parte in Austria si fuma ancora liberamente e le aziende del settore sono bene presenti, anche perché il Presidente del Club di Lienz è il proprietario della migliore tabaccheria di Lienz, in Italia i tabaccai si guardano bene dal mischiarsi con queste cose. Per fortuna fotografiamo anche le Coppe e le Medaglie, visto che questa sarà l'unica possibilità che avremo di osservare da vicino ciò che ci sarebbe spettato di diritto, ma questa è storia che va narrata più avanti.

 

Espletate tutte le formalità non ci resta che mettere qualcosa nello stomaco prima della Gara, è a malapena passato mezzogiorno quindi abbiamo circa due ore trenta per espletare questa cosa così semplice, seduti ad un tavolo esterno ordiniamo fiduciosi, la fiducia diventa impazienza, poi incredulità. Sessantacinque minuti per avere un toast è veramente un record degno di essere annotato e credevamo di avere visto tutto, ma quando entriamo e chiediamo un caffè non possiamo che rimanere allibiti osservando tre inservienti (tre !) che conversano attorno alla macchina del caffè cercando di capire come funziona, io rinuncio e vado in sala a sedermi. In ogni caso le pietanze portate in tavola sono a tratti inquietanti, come le suole di scarpe arrotolate che toccano a Flavio con contorno di oscure verdure rosso sangue, o la zuppa di non sa bene cosa, ma anche le patatine con vasetto di marmellata di accompagno non scherzano e qualcuno si consola con la birra e con il Sole che per fortuna non manca.

 

Finalmente le procedure di Gara partono, parla il Presidente del Club di Lienz, poi il Sindaco, vengono distribuite pipe ed attrezzature e finalmente si parte, un brivido al minuto 7.49, il counter si blocca, panico, per fortuna due persone (tra le quali io) avevano fatto partire autonomamente dei cronometri personali e quindi il danno è solamente teorico, tranne per il fatto che alla ripartenza il cronometro ufficiale si mette a segnare 12 ore e quindi in concorrenti non hanno una visione diretta ed immediata del trascorrere del tempo. In ogni caso la Gara va come deve andare, nonostante gli sforzi non riesco a superare l'ora, anche se di poco e Flavio ci si avvicina arrabbiandosi anche un po' per non essere riuscito a sfondare quella soglia psicologica.

 

Più che le fasi di Gara, abbastanza normali e ripetitive, è interessante narrare il dopo. Ottantotto concorrenti in Gara, pronti via alle due ore è rimasto in Gara solamente Mauro Cosmo e i membri della sua squadra si fanno dare la Classifica individuale per vedere quanto Mauro dovrebbe fare per consentire al Fenice di vincere la Gara, dopo qualche minuto viene da me Marcello Guerra del Fenice a dirmi che dai conteggi fatti da loro risulta che il podio del XX Campionato Austriaco recita:

  1. Fenice Pipa Club Venezia
  2. Calumet Pipa Club Cornuda
  3. Legio Pratoria Pipa Club Roma

Mi passa il foglio con la classifica individuale, rifaccio i conti e confermo, abbiamo 8 minuti di vantaggio sul Club polacco che dunque è quarto, restituisco la classifica. Tutti Felici e giulivi del piazzamento di prestigio ci sorbiamo la premiazione individuale con Santa Pazienza ed anche tolleranza visto il criterio di assegnazione dei premi decisamente singolare, noi abituati al sistema italiano/spagnolo con il concorrente che arriva al tavolo e sceglie siamo rimasti un po' sconcertati, ma paese che vai usanze che trovi. Carlo è arrivato 6° e come premio ha avuto una Butz-Coquin datata, io sono arrivato 22° e come premio ho avuto un porta pipe in compensato verniciato. Dopo il Fenice ed il Calumet tocca a noi, ci prepariamo a saltare sul palco come un solo uomo quando come terzo classificato viene chiamato il club polacco, ovviamente siamo rimasti pietrificati sulle sedie. Finita la premiazione sono andato al tavolo della Giuria ed ho chiesto di vedere la classifica, non so se facessero finta di non capirmi o non mi capissero veramente, sta di fatto che dopo 5 minuti mi sono alterato, ho smesso di chiedere, ho spostato il tizio che stava al computer e gli ho sfilato da sotto il mouse i fogli stampati con le classifiche, una rapida occhiata ed ho capito tutto. Due nostri tempi, il secondo ed il terzo, erano stati sostituiti con il quarto ed il quinto mentre i due migliori erano stati assegnati al Berghem invece che a noi, che alla fine eravamo addirittura arrivati 5°. Controllo la classifica individuale e scopro che Nicola Rizzi e Salvi Marcello sono ora segnati come Berghem (ma in quella che mi aveva passato Guerra erano regolarmente segnati come Roma), in questo modo ci sono state sottratte quasi due ore dal tempo di squadra. Vado dal Presidente del Club organizzatore e spiego che c’è stato un errore, sorride ed allarga le braccia, che stupido gli ho parlato in italiano nella foga, lo rispiego in inglese, sorride ed allarga le braccia,  niente inglese, con pazienza provo a spiegarlo in francese, sorride ed allarga le braccia. Comincio a ad avere ho la netta impressione che faccia finta di non capirmi, tento ancora “Usted habla espanol ?” sorride ed allarga le braccia. Prendo il foglio della classifica, una penna, faccio un cerchio attorno al nome di Nicola Rizzi, traccio una freccia dalla casella del Berghem a quella della Legio, “Rizzi fur Roma”, ripeto con il mio nome ed un’altra freccia dal Berghem alla casella della Legio “Salvi fur Roma”. Quel “fur” qualcosa muove perché lo vedo sbiancare e corre verso il tizio al computer, parlano fitto un quarto d’ora, ovviamente in tedesco, con me appollaiato sulle loro spalle, intanto i polacchi osservano e sicuramente capiscono tutto, intanto al tavolo della Legio vengono portati premi supplementari, financo un borsello portapipe della Davidoff, si profondono in scuse ma a me non interessa molto, io voglio il terzo posto conquistato sul campo. Dopo mezzora si arrendono e modificano la classifica mettendoci al terzo posto, con 8 minuti di vantaggio sui polacchi, i quali nel frattempo, zitti zitti se ne sono già andati con il Trofeo e le Medaglie. Tutto questo è avvenuto mentre gli altri bellamente si abbuffavano al buffet tirolese e quando io arrivo al tavolo stanno già finendo di mangiare, afferro un piatto al volo e vado a riempirmelo, mangio in fretta e Carlo ed io ci catapultiamo in albergo per pagare visto che la mattina successiva vogliamo partire molto presto. Incappiamo in un curioso problema, il gestore dell'Hotel, anche lui monolingua tedesca, con il foglio della prenotazione sottomano, che recita "180 euro per tre stanze" cerca di farci pagare 540 euro, cioè 180 per tre facendo finta di non capire che il 180 era già il totale di tre stanze. Faticosamente risolto anche questo problemino tornaimo al volo a Lienz dove ci aspettano gli altri per cercare di passare una piacevole serata.

 

La Serata a Lienz è molto semplice, dopo avere scambiato un Casinò per un'osteria scegliamo di accomodarci in un grazioso locale sotto dei portici, il clima è mite e ci sediamo fuori, si ordinano birre e banane split, si fanno quattro chiacchiere e si programma il ritorno, tutti fuori dall'albergo alle 06.00, vogliamo superare il nodo di Bologna prima delle 14.00.

 

La partenza avviene alle 05.55 in perfetto anticipo, le strade sono deserte, è anche Domenica mattina, la statale fino al confine una pista liscia, la percorriamo velocemente e senza intoppi, il Sole è appena sorto quando ci appare il casello del confine, che però non segna effettivamente il confine, solamente dopo qualche decina di metri incrociamo il cartello azzurro con scritto Italia che segna l'effettivo rientro, anche se io fino a quando non rientriamo nella Provincia di Trento e non spariscono i cartelli bilingue della Provincia di Bolzano non mi sento ancora a casa. Cappuccino e cornetto e non sono ancora le 8, ripartenza e quando superiamo Bologna sono appena passate le 10, superiamo Firenze alle 11.30, fermata per caffè a Montepulciano ed alle 13.58 superiamo il Casello di Roma Nord, siamo scesi dalle Alpi come un proiettile ed ora ci aspetta un po' di riposo.

 

Ultimo aggiornamento ( sabato 17 maggio 2008 )
 
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