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Barcellona 16.06.08 - 04 PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
venerdì 08 agosto 2008

La mattina dopo qualcuno ancora deve smaltire le fatiche del giorno primo, fare i viaggiatori e faticoso e non tutti ci sono abituati, attendiamo nel giardino Cinzia ed Enzo che avendo l'aereo a mezzogiorno devono avviarsi all'aeroporto, mentre noi vendolo alle 18 possiamo goderci ancora diverse ore in città, recuperando ad esempio la visita al Montjuic mancata il giorno prima e quindi una volta salutati i Toscani e depositato le valigie in albergo ci avviamo alla fermata Mundet dove tutti, tranne io, ripeteranno il Sacro Rito del Biglietto alla Macchina Automatica.

Il Montjuïc,, a volte scritto in spagnolo Montjuich, è un promontorio situato a sud di Barcellona, capoluogo della regione autonoma di Catalogna, vicino al porto industriale. Il nome deriva dal latino mons jovicus: monte di Giove; potrebbe però significare anche monte degli ebrei.  Si può raggiungere il Montjuïc con vari mezzi pubblici: taxi, autobus e funicolare. E proprio quest'ultimo mezzo abbiamo scelto, dopo avere preso la Metro a Cremagliera alla Stazione Parallel ci siamo messi in fila per la Teleferica, non prima di avere fatto opportuna opera di convincimento su Cornelio, che di salire sulla Teleferica proprio non voleva saperne. 

Questa collina ospita diverse attrazioni: il Poble espanyol, ricostruzione di un piccolo paesino medievale caratterizzato da tanti negozi di artigiani, ristoranti, e una piazza adibita a concerti dal vivo, il Castello di Montjuïc, costruito nella parte più alta del monte alla fine del diciassettesimo secolo, da dove si può osservare dall'alto Barcellona e il porto. Attualmente ospita anche un museo militare, Palau Sant Jordi, costruito in occasione delle Olimpiadi del 1992, adibito a sport e concerti, Museo Nazionale di Arte di Catalogna (MNAC), Museu Nacional d'Art de Catalunya (MNAC), situato nel Palau nacional, edificio costruito nel 1929 alla base del Montjuïc, nei pressi della Font màgica, il giardino botanico, dove sono presenti più di 600.000 piante.

L'avventura inizia, peccato che dall'ultima volta che sono passato di qui abbiano cambiato le cabine, quando presi la funicolare io le cabine erano aperte, come quelle delle vecchie ruote panoramiche, en plein air, queste invece sono chiuse, con porte elettriche automatiche e comodi sedili imbottiti, si perde un po' il gusto dell'essere appesi a 100 metri d'altezza. ma comunque è divertente lo stesso, anche se non per tutti. la Teleferica fa una fermata a Mirador, a mezza strada e poi riprende la salita versa la meta finale del Castello del Montjuic.

La salita dura appena dieci minuti e ci lascia belli freschi davanti all'Ingresso del Castello, per scendere nuovamente a valle non basterà fare altro che il percorso a ritroso.

Il Castello del Montjuic ci appare in una mattinata di un Sole sfacciato, dopo quasi due interi giorni di nuvole, un caldo asfissiante ed un'imponenza rara. Il Castello risale alla metà del '600, di qui passarono le truppe napoleoniche e nel 1940 qui fu fucilato il 15 Ottobre Lluìs Companys, Presidente della Generalidad dalla forze franchiste. Ceduto nel 1960 alla Città fu trasformato in Carcere Militare, nel 2007 il Castello diviene definitivamente proprietà della Città di Barcellona ed il 15 Giugno del 2008, con una grande cerimonia si formalizza il passaggio del Castillo alla Città, per questo avevo previsto la visita al Castello nel pomeriggio precedente questo 16 Giugno 2008.

L'interno del Castello, al quale si accede scavalcando il fossato, è una piccola cittadella militare con piena visuale sulla città e sul porto, verso il quale sono ancora puntate numerose batterie di difesa risalenti agli anni '50, fatta eccezione per il Museo Militare, che però è chiuso, il resto dell'area è abbastanza scarna, come dovrebbe essere una fortificazione militare che si rispetti, la visita è dunque rapida e si torna a valle, dove ci aspetta l'Anela Olimpica.

L'Anela Olimpica è la Zona Compresa tra il Castillo ed il Museo Nazionale di Catalogna e comprende tutta una serie di strutture costruite per le Olimpiadi del 1936 che si sarebbero dovute svolgere a Barcellona ma che a causa dello scoppio della Guerra Civile vennero frettolosamente riassegnate a Berlino, gli impianti, tuttavia, ristrutturati ed integrati, furono felicemente usati per quelle del 1992, come per esempio lo Stadio Olimpico che oggi è Sede dell'Espanyol, la seconda squadra di Barcellona. Su queste strade si correva anche un noto Gran Premio Motociclistico a cui ricordo vi è una bella targa in bronzo.

Lo Stadio con la il Braciere Olimpico che svetta accanto all'ingresso principale è la parte più importante di questo comprensorio, nella sua semplicità è assolutamente perfetto, di libero accesso ai visitatori, fa comprendere come sia stato realizzato, con successo, per garantire una visuale perfetta in ogni ordini di posti, da qualsiasi punto dello Stadio sembra di avere il campo a portata di mano. Elemnto aggiunto per le Olimpiadi del 1992 è la Torre di Calatrava sul Piazzale antistante lo Stadio, dal quale si gode una vista spettacolare di Barcellona.

Tutta quest'aerea e gli edifici in essa compresa sono realizzati con un materiale che da il meglio di se quando viene colpito dalla luce del tramonto ammantandosi di riflessi rosa che danno al tutto un'atmosfera fiabesca, altro motivo per il quale avevo programmato la visita nel pomeriggio di Domenica 15 Giugno, in modo da arrivare all'Anela Olimpico in pieno tramonto. Proseguendo, scendendo attraverso i giardini si arriva alle spalle del Museo Nazionale di Catalogna, altra struttura che al tramonto assume contorni fantastici ed infine si scende verso la Plaza de Espana.

La Piazza è famosa sia per la riproduzione di due campanili identici a quello di Venezia ia perché la sera di Sabato e Domenica le fontane vengono attivate dando uno spettacolo di luci, suoni e colori unico nel suo genere, ma purtroppo non siamo riusciti a venirci di Domenica.

Scesi dal Monte ci rendiamo conto che è ora di pranzo e si decide di andare a pranzare dove gli altri avevano pranzato il giorno prima, visto che dopo ci sarà l'aereo e dunque non ho problemi ne di tempo ne di post pranzo acconsento, ovviamente avrei fatto meglio ad evitare. Il posto, così come mi era apparso il giorno precedente, è il classico ristorante per turisti, con a menù persino gli spaghetti, il pesce che prendo è evidentemente proveniente da una scatola, il pane è surgelato e riscaldato al volo al microonde, i camerieri sono tutti imbronciati e molti non parlano che poche parole di spagnolo, una catena di montaggio.

Con la solita Metro torniamo in albergo, recuperiamo le valigie e ci facciamo chiamare un taxi che aspettiamo appena fuori dall'Hotel che trovandosi su un rialzo ed essendo di nuova costruzione potrebbe non risultare visibile o noto a tutti i tassisti. Il viaggio fino all'Aeroporto è breve, il check-in è rapido e subito ci dirigiamo all'area partenza, dove al duty-free recupero un paio di scatole di Wintermans al 40% in meno che a Parigi. A questo punto ci separiamo, ognuno al proprio Gate, vedo l'aereo di Vilma, dai colori variopinti sganciarsi dal terminal mentre io sono in coda per l'imbarco. 

Mentre sono seduto sull'aereo in attesa della partenza assisto ad una scena singolare, un addetto della Vueling, con giubbino con scritto Vueling - Ingegneria e Manutenzione, se ne va a spasso sotto l'ala dell'aereo toccando e fotografando con una digitale, ritengo che tali operazioni di controllo vadano effettuate a fine giornata lavorativa, con l'aereo parcheggiato e non durante l'imbarco con i passeggeri a bordo, qualcuno potrebbe essere impressionato da questo tipo di manovre. Comunque l'aereo decolla in orario e subito prende la via del Mediterrano, qualche minuto in più di un'ora e siamo già sulla costa laziale.

L'atterragio credo avvenga a Civitavecchia perché una volta a terra la Torre di Controllo di Fiumicino appare così piccola all'orizzonte da fare paura ed occorrerà quasi un quarto d'ora di viaggio al suolo prima di raggiungere il Terminal, ma da qui in poi è facile, e persino il bus 335 fermo al Capolinea della Stazione Nuovo Salario denota un po' di fortuna, visto che passa ogni 20 minuti circa. 

 

Ultimo aggiornamento ( sabato 19 luglio 2008 )
 
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