Menu Content/Inhalt

Statistiche

OS: Linux h
PHP: 5.2.17
MySQL: 5.0.96-community-log
Ora: 07:48
Caching: Disabled
GZIP: Disabled
Utenti: 173
Notizie: 612
Collegamenti web: 6
Visitatori: 2154788

Counter

Start at 25.07.2007

Toledo PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
giovedì 05 aprile 2007

Toledo 15 Aprile 1521

"Ci bruceranno, ci bruceranno ... " - continuava a ripetere Juanita in preda ad un terrore cieco, rannicchiata in un cantuccio della cella. Era sempre stata la più debole, la più propensa a lasciarsi prendere dal fattore umano.

"Piantala !" - Manuela era da sempre la più forte, l'animo duro, sempre pronta a sputare in faccia alla morte.

La cella, piccola e maleodorante, si trovava nei sotterranei del palazzo di giustizia di Toledo, non c'erano finestre, il pavimento era ricoperto di paglia sporca e putrida, la quale chissà quanti altri disgraziati condannati aveva ospitato su di se, l'unico contatto con l'esterno era la porta d'accesso, dalla quale ogni giorno, attraverso uno sportellino, veniva introdotta una scodella di minestra ed un pezzo di pane. Nel buio dell'ambiente non era facile raggiungere il cibo prima dei topi e per giorni l'unica cosa che riuscirono a mangiare furono pezzi di pane rosicchiato. Non ci è dato sapere quanto durò questa tortura psicologica, il cui unico scopo era indebolire fisicamente e mentalmente i condannati, perché al momento dell'esecuzione non fossero spavaldi e magari, obnubilati dalla fame e dalle privazioni, confessassero i loro, quasi sempre fantastici, crimini.

Alfine la porta venne spalancata ed una lama di luce colpì le prigioniere accecandole, non erano in grado di camminare e furono trascinate nel porticato del tribunale. Vennero spogliate e forse derise, sballottate da un soldato all'altro ed infine vestite col sambenito  che le avrebbe accompagnate sul rogo, una tunica giallastra legata in vita da una cordicella. Un domenicano le avvicinò invitandole a pentirsi dei loro peccati; Juanita non era in grado di comprendere, Manuela, come destatasi improvvisamente, afferrò il domenicano per il saio e gli urlò in faccia con impressionante energia: "Dio ci salverà padre, lei ne sarà testimone, è questo il compito che oggi il suo Signore le affida, noi siamo solo piccoli ingranaggi di una Grande Strategia", un calcio assestatole da un soldato la fece volare via.

Il corteo era pronto, due file di alabardieri precedevano i funzionari del Santo Uffizio, vestiti di nero, con la croce verde dell'Inquisizione sul petto, seguivano alcuni preti, l'Arcivescovo di Toledo, infine i condannati. Le due donne, nonostante tutto, marciavano ancora erette; le torture, la fame, il buio, non le avevano piegate più di tanto.

Il cielo era terso, il clima piacevole, un leggero venticello rinfrescava la folla urlante, era proprio una giornata ideale per una festa paesana.

Arrivati sulla piazza designata venne celebrata una messa e le due condannate poste sulle pire. Gli vennero tolti i cappucci perché la gente potesse vedere il terrore nei loro occhi, ma quel che vide furono soltanto due paia di occhi fieri.

Il Primo Inquisitore accese la torcia e dando le spalle alla folla la alzò al cielo, apprestandosi ad incendiare le pire. In quel momento, d'improvviso, un violento colpo di vento spense la torcia tra lo stupore generale, un rombo simile ad un tuono lontano si insinuò tra i vicoli della città, un fulmine piovve solitario ad incenerire il Primo Inquisitore.

La folla iniziò ad urlare, molta a fuggire, i muli, i cavalli, i cani, tutti gli animali persero la loro tranquillità e presero a fuggire dai padroni; una ragazza uscì dalla turba, afferrò la spada di un esterrefatto soldato, si diresse verso il corpo, ancora fumante, del Primo Inquisitore, posò un ginocchio sul terreno, alzò la spada al cielo, che sembrò brillare di una vivida luce ed infine la calò pesantemente. Il colpo echeggiò, la terra prese a tremare e si aprì lungo la direttrice segnata dalla spada, inghiottendo il corpo dell'Inquisitore.

La ragazza della folla salì rapidamente sulle pire, sciolse le due condannate e tutte e tre si mischiarono alla folla terrorizzata e fuggirono lontano, attraversando i campi verso Nord. guadarono in qualche modo il Tago, attraversarono la Meseta e raggiunsero Madrid1.

Nessuno seppe più nulla di loro ma per mesi un piccolo frate domenicano vagò nei dintorni di Toledo vaneggiando qualcosa a proposito di fulmini, roghi e Grandi Strategie.

1 Le cronache dell’epoca parlano effettivamente di due presunte streghe condannate al rogo, le stesse cronache, però, non riportano, a differenza del normale, nessuna notizia circa l’avvenuta esecuzione della sentenza.

Roma 8 Dicembre 1997

Ultimo aggiornamento ( venerdì 06 aprile 2007 )
 
< Prec.   Pros. >

Avvertenze

Tutto quanto pubblicato in queste pagine, dai Testi alle Immagini, a qualsiasi altra cosa non sia esplicitamente indicata come usata in concessione deve intendersi coperta dal Diritto d'Autore del Titolare del Sito e non può essere utilizzata senza un'Autorizzazione specifica.

Sito ottimizzato per

IE 6.0 

 Opera 9.23 

 Google Chrome 1.0

 Mozilla Firefox 1.8
(con IE Tab)

Facebook