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Digione 2008 - 2 PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
lunedì 08 dicembre 2008

Appena usciti dall’albergo, mappa in mano, vediamo dieci metri dinnanzi a noi, due signori, un uomo ed una donna, anch’essi con una mappa in mano, nulla di più normale di Sabato sera nel pieno centro di una cittadina turistica come è Digione, ma Annalisa esclama: “Scommetti che quei due vanno alla Cena del Club di Digione come noi ?”, incredibile a dirsi ma era proprio così. Ci perdiamo per buona mezzora in un dedalo, a tratti difficile da comprendere, di viuzze della vecchia Digione, ed alla fine, in quasi perfetto orario, guadagniamo la meta, il ristorante degli Enofili, rinomato in città, dove si svolgerà la Cena di Gala.

L’ambiente è particolare, ci fanno scendere delle scale che portano nel piano interrato, passiamo per una sala che sembra predisposta per la cena di una setta di qualche tipo e passiamo poi in un’altra sala dove è già tutto apparecchiato ed una quindicina di persone sono già presenti. Tra un tentativo di parlare in francese, uno di parlare in inglese e qualcuno che alla fine parla un po’ di italiano, la cena si dipana molto rapidamente tra un antipasto servito in barattolo di marmellata della nonna, del maiale con riso basmati e salsa piccante, del formaggio stagionato nel brandy ed un dessert di ananas, mandorle e pina colada.

Baci, abbracci, saluti ed arrivederci all’indomani, il ritorno verso l’Hotel è più agevole, ormai memori della strada, un Calvados al bar dell’Hotel per chiudere la Serata ed a mezzanotte e trenta siamo tutti nelle nostre stanze. Appuntamento nella Hall alle 9 per la colazione e per muoversi poi nuovamente verso il Ristorante della Sera precedente da dove alle 10 partirà un minitour guidato della città antica. Fuori dalla finestra la città sembra essersi addormentata, tra le luci verdi dell'insegna dell'Hotel, che ho proprio sul davanzale, vedo la macchia gialla nella notte della Stazione Centrale, sembra addormentata anch'essa. Rapida doccia e finalmente mi sdraio a guardare la Tv Francese, dopo 21 ore passate tra raccordo anulare, aereo, traversata dell’Italia del Nord, attraversamento del Monte Bianco, deserte autostrade francesi, passeggiata turistica con shopping, caccia al ristorante, cena, bicchiere della staffa, sentire il letto sotto la proprio schiena è una sensazione estremamente piacevole. Metto la sveglia alle 07.30 e vado infine a dormire.

Il mio cervello mi tira giù dal letto alle 06.22, dalla finestra entra ancora la luce gialla dei lampioni, qualche minuto e mi alzo, prima di lasciare la stanza per la giornata devo fare la valigia, mia particolare abitudine è difatti sempre consigliabile lasciare la valigia perfettamente chiusa con il lucchetto quando la si lascia in stanza. Perché  ? Perché se vi sparisce qualcosa che avete lasciato in giro la direzione dell’Hotel vi dirà che non ne risponde e che comunque non può essere sicura che sia sparito proprio ciò che voi dite. Se vi sparisce la valigia intera, o questa viene forzata, la direzione dovrà per forza assumersene la responsabilità.

Intanto che preparo la valigia accendo il vecchio portatile che so impiegherà almeno dieci minuti prima di essere operativo, faccio quel che devo fare, mi siedo alla scrivania e scrivo quello che avete letto finora. Alle 07.49 spengo tutto e vado a farmi una doccia in preparazione a quella che si prospetta come una lunghissima giornata. L’appuntamento è alle 9 nella Hall così scendo un po’ prima e ne approfitto per una passeggiata in solitaria fino alla Place Darcy, soprattutto in cerca di almeno un francobollo, nulla di aperto, torno indietro, vado alla stazione ferroviaria e faccio il giro di giornalai e tabaccai, nulla, solamente francobolli per la Francia, per l’estero nulla.

Tutti mi dicono di andare all’ufficio postale, ma è domenica ed è chiuso. Mi arrendo e guadagno l’albergo. Le ore 9 giungono, siamo tutti nella Hall, tranne Giovanni, attendiamo un po’ ma siccome l’appuntamento con i Francesi è alle dieci dall’altra parte della città e dobbiamo ancora fare colazione, Fiorenzo va su a bussargli alla porta, meno male, perché la sveglia non gli aveva suonato e stava ancora dormendo, quindi intanto che lui si prepara noi ci buttiamo nella sala colazione dell’Hotel, espletata la formalità, alle 9.40 siamo pronti a muovere nuovamente verso la Rue de St. Anne, ormai con sicurezza sappiamo la strada e nella notte, sulla via del ritorno, abbiamo anche adocchiato un paio di scorciatoie.

Sul posto ci attendono già alcuni francesi, intanto che si aspettano gli altri entriamo tutti nel museo della Storia di Digione, molto bello, su più piani, in alcuni dei quali sono state ricostruite intere strade con negozi d’epoca, macellerie, forni, fabbri, parrucchieri ed è proprio in un negozio di parrucchiere che osserviamo la più inquietante delle macchine, una specie di sistema per la permanente ante litteram che assomiglia in tutto e per tutto ad una macchina per l’elettroshock.

Finita rapidamente la visita, con guida bilingue, ci accingiamo a fare un bel giro per il centro storico e nobiliare di Digione, visitando, purtroppo solamente dall’esterno, quelli che qui in Francia si è solito chiamare Hotel Particulaire, che altro non sono che residenze di ricche famiglie, nobili o semplicemente borghesi, che negli anni si sono fatte costruire per sfoggiare la loro ricchezza, alcune sono veramente notevoli, altre sono state divise e rivendute, solamente poche sono intatte, una molto particolare, è stata ricavata dalla confisca di una Chiesa.


Nel centro ci sono ancora molte case a traliccio di epoca medievale, perfettamente conservate, non a caso il centro di Digione è Patrimonio dell’UNESCO, merita veramente una spensierata passeggiata. La visita procede nella Piazza più importante, quella dove oggi ha Sede il Parlamento di Borgogna ma dove una volta aveva sede il Palazzo del Duca di Borgogna, che ancora esiste, una alta torre inglobata nel Parlamento attuale, una piazza fresca di ristrutturazione con singolare fontane ad altezza terra ed una serie di arcate intorno che la rendono molto ariosa.

Immancabile il passaggio sotto la Civetta, simbolo della Città che dicono a toccarla realizzi i desideri, nessuno si sottrae al rituale. Come finale torniamo verso la Sala della Gara, passiamo per la via dello shopping dove molti si fermano a comprare prodotti alimentari tipici e rapidamente guadagniamo la Sale Devosge dove ci sarà la Manifestazione, fatte le iscrizioni e scelto un buon tavolo per la Gara faccio un rapido salto in albergo, che si trova a poche centinaia di metri, per recuperare il gilet da gara, con il quale non potevo andare in giro tutta la mattina, ovviamente. Adesso non resta che attendere che giunga l’ora del pranzo e poi della Gara, per divertirsi un po’.

 
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