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Giù al Nord PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
mercoledì 18 marzo 2009

Philippe Abrams, direttore delle Poste in una città della Provenza, sotto le pressioni della moglie cerca in ogni modo di ottenere un trasferimento in una località marittima della costa francese mediterranea.

Persa la possibilità di ottenere un posto a Cassis poiché preceduto in graduatoria da un disabile, ottiene invece il trasferimento a Sanary-sur-Mer, dopo che si finge egli stesso invalido. Si fa però ingenuamente scoprire e per non essere licenziato accetta come punizione un trasferimento nel freddo Nord nella piccola cittadina di Bergues, nei pressi di Lilla. Credendo di trovare un freddo polare e l'ostilità degli Ch'ti, gli abitanti del Nord, che vengono descritti dai Francesi del sud come minatori musoni, rimane invece sbalordito nel vedere un clima non troppo rigido e un'accoglienza strepitosa da parte dei suoi nuovi colleghi e vicini di casa al punto che sarà difficile per lui, tre anni più tardi, dover ripartire per ricoprire l'agognato posto di direttore delle Poste a Porquerolles, nel Sud.

Deliziosa Commedia degli Equivoci

Il tema non è nuovo e neppure originale però la trattazione è esilarante, la cosa migliore del film è che i pregiudizi, fortemente radicati, non sono presi a pretesto per ridere ma è di essi che si ride. Al Nord fa freddo, ne sono talmente convinti i francesi del Sud che credono persino che le temperature che da il meteo su internet siano truccate “al Nord pagano per farle alzare”, sono talmente convinti che il Nord sia un posto freddo ed inospitale che la moglie del malcapitato trasferito non crede al marito quando questi per telefono gli dice “non è poi così male”, “non mentirmi per farme stare meglio”, sono talmente convinti che il Nord sia un posto orrendo che la Polizia Stradale, prima ferma per velocità troppo bassa il protagonista, e poi lo lascia andare senza multa quando spiega di essere stato trasferito al Nord Pais de Calais e di “non avere fretta di arrivarci”. In effetti però le cose non sono semplicissime, i “nordici” parlano un dialetto/lingua molto particolare, hanno espressioni diverse, chiamano le stesse cose con nomi assurdi, mangiano cose diverse, molto diverse dalle abitudini del Sud, ma alla fine, appunto, è solamente questione di abitudine a c’è un problema, la moglie, depressa cronica, sembra stare meglio quando il marito torna a casa per il weekend e gli racconta, intentando, come sia terribile la vita lassù, il rapporto di coppia migliora e lui esagera con le bugie e più esagera più la situazione migliora, fino al crollo, quando la moglie, oppressa dai sensi di colpa decide di raggiungere il marito al Nord. Panico. I dipendenti dell’ufficio postale cercano di inscenare uno spettacolino portandola in un vecchio quartiere minerario abbandonato, interpretando tutti i peggiori cliché. Si fingono ubriachi, fanno barbecue con presunta carne di gatto, si sparano a vicenda nella notte, tutto per convincere la signora a tornarsene a casa in fretta, ma non solamente lei non cede, ma scopre la verità, l’inganno si scioglie e la coppia prima scoppia e poi si ricompone in una nuova vita. Al Nord ! Il film è delizioso, un po’ troppo osannato dalla critica, ma sicuramente delizioso, il modo di prendere in giro i pregiudizi, l’idea che chi non ha le nostre stesse abitudini è per forza una persona anormale, che chi non parla la nostra lingua è straniero, quindi cattivo e colpevole a prescindere, che chi mangia diversamente da noi ha qualcosa di sbagliato, sono in temi che vengono messi alla berlina, in maniera egregia e ficcante.

 
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