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Madrid 05 - 27/31 Ottobre PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
martedì 14 agosto 2007

MADRID 2005

II° FUMADA LENTA

CAP MADRID

Giorno 1

Dove si capisce che per i Madrileni il giorno è un fastidioso intermezzo tra due notti.

L'aereo decolla puntualmente da Fiumicino ed altrettanto puntualmente atterra al Barajas di Madrid dopo un volo tranquillissimo ed assolato. Appena arrivato in albergo accendo il cellulare e subito arriva l'SMS di Michele (mmba) "Sei arrivato ?". Sono le ore 12.45 ed io mi sono alzato alle 0400 zulu, prendetene nota. Lo richiamo, mi dice di prendere subito la Metro, lui mi aspetterà alla fermata Tribunal. Da qui, insieme andiamo a trovare Javier, Presidente del CAP di Madrid, al Ministero del Lavoro, qui veniamo ammessi alla mensa e con l'incredibile somma di 2,70 euro ingurgitiamo nell'ordine Paella de Marisco, trota con patate, mousse di limone. Senza por tempo in mezzo con la macchina di Javier partiamo per l'aeroporto, c'è da recuperare la Vilma Armellini con suo figlio, laziale benché Varesino, li accompagniamo in albergo dove viene loro concesso a malapena il tempo di posare le valigie, poi via di corsa verso la sede del Club dove veniamo presentati agli altri soci, sono ormai quasi le 23 quando lasciamo la sede per andare a cenare in un locale lì vicino dove mi beo di un "huevos rotos con bacon y queso", quello che mi viene portato è un piatto di terracotta dove su un letto di patatine fritte è stato adagiato un uovo moderatamente strapazzato, sul quale hanno trovato posto delle fette di pancetta fritta ricoperta di formaggio fuso. Intorno alla mezzanotte e mezza quattro spagnoli, Moncho, Manolo, Ramon, Ricardo più il figlio di Vilma, Matteo, ed io ci rechiamo in un pub per bere un ultimo bicchiere, lasceremo il pub solamente alle 4.30 per recarci in un altro locale, una specie di tunnel sottoterra dove tra musica spaccatimpani e ragazze molto poco vestite scorrono fiumi di alcool, da qui usciremo alle 6 circa per recarci in una churreria, una specie di friggitoria che vende churros, barre di pastella fritte, alle 7 del mattino finalmente guadagniamo l'albergo. Da tramandare ai posteri la faccia del portiere quando chiedo la chiave con Matteo che aspetta a sua volta di chiedere la sua, con un filo di voce l’omino mi dice "Es una camara singola".

Giorno 2

Dove Don Bruto convince una spagnola a mostrar le mutande a l'intera compagnia.

Dopo due intere ore di riposo per riprendersi dalla nottata ci si ritrova all'Orso, simpatica statua, simbolo di Madrid e luogo deputato per gli appuntamenti. Destinazione El Prado. Dopo aver percorso una distanza da maratona per le sale del Prado, stabilendo il nuovo record dell'Universo per squadra, la compagnia è attesa per pranzo da Toni Pascual. Dal momento che Donna Rosaria e Donna Vilma decidono di passare la mano vengo incaricato di riaccompagnarle in albergo, visto che essendo per la prima volta a Madrid sono un fine conoscitore della sua rete metropolitana. Nuovo appuntamento per le 18 all'Orso, dove ancora io sarò incaricato di condurre la truppa, alla quale nel frattempo si sono aggiunti Massimo Musicò con Signora, reduci da appena 30 ore di treno, e Mastro Tombari alla sede del CAP, visto che ormai ho la città in pugno.

Di nuovo alle 23 ci muoviamo verso il nuovo luogo scelto per la cena, dove tra un frizzo ed un lazzo, Don Bruto blocca una ragazza del luogo dal singolare abbigliamento e forse memore di una vecchia canzone della Steve Roger Band, con il tranello di una scommessa, la convince a tirar su la gonna di fronte alla tavolata di fumatori dalle cui pipe inizierà ad uscire una incomprensibile ed industriale quantità di fumo. Alle 2 circa la graziosa Vilma Armellini, suo figlio Matteo, il Segretario del Superba Pipa Club di Genova ed il sottoscritto se la svigneranno alla chetichella e sequestrato un taxi torneranno in albergo sperando di portare almeno a 4 le ore di sonno di questa seconda nottata madrilena.

Giorno 3

Dove "Se puede ganar !"

Il gran giorno è arrivato, Jeronimo ci attende all'Orso per condurci alla Masia del Campo dove si svolgerà la gara, ovviamente dopo un pranzo in cui i soli antipasti sarebbero stati più che sufficienti. Prima del pasto un'irruzione delle Brigate Antifumo Madrilene crea un po' di scompiglio, la riunione viene bollata come clandestina ed il Presidente Javier viene arrestato, ovviamente si trattava di una farsa, uno spettacolino messo su dal figlio del Presidente e dai suoi amici. Prima del pranzo avviene la piccola cerimonia con la quale Massimo Musicò diviene socio onorario del CAP di Madrid e presenta la pipa dell’anno 2006.

Finito di abbuffarsi di pesce, carne, vini bianchi e rossi, spumanti e dolci vari ci si sposta finalmente nella sala preparato per la Fumada, chi ha detto che le gare di lentofumo sono di una noia mortale forse non ci è mai andato, vengono distribuite le attrezzature, pipa compresa, scatta il cronometro a 5 minuti per il caricamento e dopo le verifiche di rito scatta il conteggio vero e proprio, un minuto per accendere e poi via ! Al minuto 2 e 30 il primo caduto, omaggiato con un vaso colmo di fiammiferi ed una pipa Armellini. Il colpo di scena al minuto 30 e spiccioli quando l’operatore seleziona sul grande tabellone elettronico un nome, un brusio di stupore ed incredulità percorre la sala, l’operatore da invio ed il nome passa nella colonna dei concorrenti caduti, al mio tavolo un compito signore serra i pugni al cielo ed urla “Se puede ganar ! Se puede ganar !“, che sarebbero a dire “Si può vincere ! Si può vincere !”. Il nome era quello di Toni Pascual, il vincitore dello scorso anno, il favorito di default di ogni competizione spagnola. Al minuto 40 e 56 capisco che ho finito la gara, picchio il pigino sul bicchiere, segnale convenzionale, giro la pipa e mi rendo conto che cade solamente cenere, me la sono fumata tutta e sicuramente per paura di spegnerla troppo di fretta, mi sale un po’ di rabbia quando vedo che nei 5 minuti successivi è una vera ecatombe, mi sarebbe bastato fare 45 per entrare nei primi 20. Pazienza. Al minuto 57 e rotti cade anche Gianni Gesualdo, Segretario del Superba di Genova, piazzandosi 17.   

Il vincitore, Ferreira, portoghese, stabilisce il nuovo record della sua nazione e come premio porta a casa una Calabash Dunhill, a seguire secondo la classifica i vincitori scelgono il loro premio dalla tavolata predisposta con cura, Gianni prende una schiuma molto particolare con il marchio del Cachimbo Club de Portugal, il 22° arrivato porta a casa una Don Carlos (non so se si capisce la ricchezza dei premi da questo particolare), io prendo una pipa piccolina, una terracotta dal bocchino lunghissimo, vengo a sapere poi che è una Gambier a Paris del 1898, sono decisamente soddisfatto. Ancora una volta Gianni ed io decidiamo di abbandonare la compagnia intorno alle 21, in fondo siamo in giro dalle 10 del mattino, con la Metro torniamo in albergo, una rapida doccia e poi via al Museo del Prosciutto, dove ci diamo ai gamberi all’aglio, al prosciutto ed al formaggio. Una passeggiata nella Madrid notturna, che alle 24 di sabato comincia appena a prendere vita e verso l’una a nanna, almeno così speravo. Purtroppo nella stanza accanto alla mia c’era un coppia che si è data molto da fare fino alle tre, con buona e ripetuta soddisfazione della signora devo dire, quindi anche per questo giro poco sonno.

Giorno 4

Dove "Finalmente Madrid !"

Domenica mattina. Ore 9. Appuntamento al solito Orso. Il deserto totale. Madrid di Domenica mattina alle nove sembrava una ghost city, eravamo solamente in 5 Donna Rosaria, i coniugi Sandri, Gianni ed io.

Con flemma abbiamo percorso l’Arenal fino a Plaza Mayor, poi su verso la Almudena e a Plaza des Armas e quindi ritorno in albergo, gli altri avevano appuntamento con gli spagnoli per andare all’Escorial, Gianni ed io decidiamo di dedicarci di più a Madrid, in sequenza ci facciamo le tre linee di autobus turistico, andiamo al Santiago Bernabeu dove incredibilmente cogliamo il pullman della squadra, purtroppo vuoto, ma Gianni mi dice che è comunque un evento vederlo parcheggiato davanti allo Stadio. Rimango un po’ stupito dal fatto che attorno al Bernabeu non c’è traccia di parcheggi ed i palazzi sono ad appena una decina di metri dagli spalti. Di nuovo la Metro, poi a piede lungo la Calle San Bernardo ci fumiamo le nostre pipe sotto una pioggerellina leggera, scendiamo fino alla Gran Via e la risaliamo fino alla Puerta del Sol, dove abbiamo gli alberghi, breve sosta e poi di corsa al Sirena Verde a sbafarci Ostriche, Gambas e Pulpo alla Gallega. Mollemente rientriamo alla Puerta del Sol fumandoci un mezzo Toscano, è appena mezzanotte ma anche questa volta tra la stanchezza generale e la necessità di fare entrare in valigia il doppio della roba che avevo alla partenza perdo quel paio d’ore che mi stroncano il sonno, alle sette sono già in piedi a fare colazione al bar dell’albergo, insieme a quelli che devono l’ultimo bicchiere prima di andare a dormire. Forse è per questo che quasi subito dopo il decollo mi sono addormentato e mi sono svegliato solamente quando l’altoparlante ha annunciato che stavano iniziando la discesa verso Roma.

Ultimo aggiornamento ( domenica 19 agosto 2007 )
 
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