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Valencia 07 - 17 Gennaio PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
martedì 14 agosto 2007

VALENCIA

17 GENNAIO 2007

VISITA A RAFA MARTIN

 

A Ciampino ho sempre parcheggiato dentro l'aeroporto, negli spazi lasciati liberi tra i rovi quando era possibile e anche quando anche questi spazi sono stati cementificati e trasformati in parcheggio a pagamento perché Ciampino alla fine è un Aeroporto Militare prestato ai voli civili e dentro è pieno di polizia e telecamere, però in questa grigia mattina del 17 Gennaio, per qualche motivo inconscio invece di fare tutta la rotatoria e superare il posto di blocco dei Carabinieri ho svoltato a destra per Via di Fioranello, fatto inversione e parcheggiato a bordo strada in mezzo al fango dell'umidità notturna, proprio dietro una macchina con targa del Corpo Diplomatico completamente bruciata. Una premonizione ?

Sono arrivato prestissimo, manca un'ora all'appuntamento con Gian Maria, prima mi riscaldo un pò all'interno del nuovo Terminal Partenze dell'Aeroporto, poi decido di uscire a farmi una fumatina, mentre carico la pipa sulle scale del Terminal incrocio lo sguardo con un anziano Signore che sta, anche lui accendendo la pipa, si avvicina e comincia a parlarmi in un inglese ciancicato, tra uno sbuffo e l'altro capisco che è Svedese, che era venuto a Roma da ragazzo per divertirsi e non aveva visto nulla della città e invece adesso ha potuto visitarla per bene, mi diceva che la cittadina svedese da cui veniva era più piccola dell'Aeroporto di Ciampino.
 
Alle 8.15, puntuale, arriva Gian Maria, facciamo il check-in e ci rechiamo all'area imbarchi, tra una chiacchiera e l'altra ci ritroviamo sull'aereo quasi senza accorgercene, il volo non è pieno, anzi, meno della metà dei posti sono occupati, così io posso sedermi al finestrino e dare libero sfogo al mio hobby delle foto aeree e lui può sedersi al corridoio e dormire. L'aereo parte con una decina di minuti di ritardo, vira appena lasciata la pista ed in un paio di minuti è già sul Mare Nostrum con la prua verso Alghero, da lì punterà sulle Baleari e poi su Valencia, dove l'arrivo è previsto in circa un'ora e quaranta minuti

La prima volta che salii su un aereo Ryanair fu proprio la prima volta che andai a Valencia circa due anni fa, all'epoca rimasi molto divertito da tutto l'insieme, difatti per chi non lo sapesse sui voli Ryanair accade di tutto. Sugli aerei di questa compagnia non vengono assegnati i posti al check-in, ma ognuno si siede dove vuole, quindi si assiste a delle vere e proprie corse al posto, gente che scende dal bus e corre bagagli in spalla per salire per prima, durante il volo poi l'equipaggio cerca di vendere di tutto, dalle cibarie, ai profumi, ai pupazzetti, ai gratta e vinci, a biglietti per l'autobus da usare una volta arrivati sul posto, un vero e proprio bazar volante, a volte anche con le trombette direttamente dagli altoparlanti.
 
Il volo, tranquillissimo, è puntuale ed alle 11.15 circa appaiono sotto di noi decine di navi in attesa del permesso di attraccare al porto di Valencia, che dopo 5 minuti ci passa sotto le ali, pochi minuti e siamo a terra. La fermata del bus 150 si trova proprio davanti al Terminal Partenze, l'autobus passa quasi subito. Ci si presenta un problema: per andare da Martin dovremmo arrivare al Capolinea, alla Stazione degli autobus, e lì prendere l'89 per andare da Martin, ma questo ci porterebbe via sicuramente almeno un'ora e venti ed abbiamo il dubbio di arrivare dopo l'orario di chiusura mattutina.

Fortunatamente siamo organizzati !

Mi viene in mente la conformazione urbanistica di Valencia, il bus 150, so per certo per esperienza personale, deve passare vicino alla fermata della Metro Guimerà, ma per farlo deve obbligatoriamente avvicinarsi molto alla zona dove si trova Martin, quindi tiro fuori dallo zaino la mappa di Valencia con percorsi degli autobus ed entrambi ci mettiamo a guardare le targhe delle strade finché non riusciamo ad individuare le strade in cui passa il bus, andiamo ad occhio e decidiamo di scendere all'ultima fermata del Parco de l'Ouest, su una strada che è parallela al Tres Forques dove si trova Rafa.

Mossa azzecatissima perché una volta scesi dall'autobus in 5 minuti a piedi arriviamo a destinazione, in soli 20 minuti dall'Aeroporto contro l'ora e venti prevista. Rafa ci accoglie subito con grande gioia e rimane stupito ogni volta che mi vede dal fatto che noi Pretoriani troviamo tanto semplice prendere un aereo per andare da lui, io ero già passato, anche Funambolo era passato ed ora pure Yazoo è della partita. Le chiacchiere sono poche, Gian Maria è interessato a vedere il laboratorio e Rafa non si tira certo indietro, chi lo conosce un minimo sa perfettamente quanto lo diverta trascinarti nel suo antro tra torni, pantografi e strani aggeggi autocostruiti.

Immediatamente Rafa si mette al lavoro, ci mostra come si è costruito un rusticatore  e come lo usa, come spazzola le pipe dopo la rusticatura e come si fanno i bocchini partendo dalla barra. Prende quindi una barra rossa e inizia la lavorazione che in 5 minuti porta ad un bocchino perfetto, un passaggio al tornio, poi un trapano con una piccola mola per fare il dente, poi il disco per spianare, la raspa per dare forma e tutta una serie di passaggi a spazzola per lucidare e rendere vetroso quello che era un semplice pezzo di plastica opaca. Il tempo passa rapidamente e quando è l'ora di chiusura Gian Maria ed io ci accomodiamo nel ristorantino accanto in attesa che Rafa vada a prendere il figlio a scuola.

Mangiamo un'ottima zuppa di pesce, un secondo con contorno, da bere e caffè per 7 euro e ce ne stiamo un'ora buona a chiacchierare al tavolino in attesa del ritorno di Rafa che si manifesta, come preannunciato, alle 15.40. Approfittiamo del momento di chiusura del negozio per chiudere la lista degli acquisti tabagici e per razziare nella scatola delle Miniature, delle deliziose pipette da 11 centimetri in varie finiture.

Prima di ricominciare la Lezione di Pipemaking appaiono sul bancone dei bicchierini con lo stemma del Valencia, ghiacciati e pieni di Orruco, grappa locale molto forte.

Passati nuovamente nel retrobottega ci mostra l'uso di tutta una serie di attrezzi alcuni dei quali da lui costruiti, come la levigatrice a nastro autocentrante e la ruota gommata abrasiva e ci fa vedere come li usa e per quali operazioni. Quindi da bravo Maestro mette Gian Maria al lavoro dietro la morsa.
 
Con molta pazienza Rafa mette nuovamente Gian Maria dietro gli attrezzi e gli mostra passo per passo come fare un pezzo perfetto partendo dalla barra di metacrilato e già che c'è gli regala diverse barre. Gli mostra come arrivare alla finitura migliore usando una combinazione di dischi di vari materiali e strisce di carta vetrata di varie gradazioni. Il tempo purtroppo scorre velocemente, siamo entrati da Rafa che era da poco passato mezzogiorno e sono ormai le 19, stipiamo gli acquisti negli zaini, paghiamo, salutiamo Rafa, suo figlio e la sua simpatica mamma, e ci muoviamo rapidamente.

Disperiamo di prendere il bus per tempo, dovremmo camminare per dieci minuti poi attenderlo, quindi andiamo dalla parte opposta, verso la via principale e fermiamo al volo un taxi sulla piazza, in 5 minuti siamo a destinazione. Facciamo il check-in, passiamo al controllo dove a Gian Maria viene chiesto di aprire lo zaino e di tirare fuori il malloppo da 20 lattine di Standard, lui tira fuori solamente una confezione da 5 e dice "tabacco para pipa", il milite dietro lo schermo risponde guardando la merce dentro lo zaino "es màs tabaco que otro" al che io rispondo "es màs barato qué en Italia", la guardia ride e ci lascia passare senza fare altre storie, il mio zaino con 20 buste neanche mi chiede di aprirlo.
 
Alla fine arriviamo al Gate con una decina di minuti liberi prima dell'imbarco e non appena viene chiamato il nostro volo ci mettiamo in fila davanti al finger, non avendo nulla da fare ed annoiandoci in piedi ci mettiamo a discutere di tutti i possibili incidenti che possono accadere in fase di decollo, vi tralascio commenti sulle facce delle persone che ci erano attorno, quasi tutti italiani. Alla fine probabilmente qualcuno ha anche pensato che eravamo degli jettatori, visto come sono andate le cose.

Infine ci si imbarca, ci sistemiamo e notiamo subito che l'aereo è semivuoto, tutte le procedure si svolgono regolarmente, lasciamo l'area di parcheggio e rulliamo verso la pista, siamo fermi in fondo ed attendiamo l'ok dalla torre, il rombo dei motori sale, ci si prepara al decollo, i freni vengono rilasciati, l'aereo si lancia con la potenza che cresce progressivamente ma dopo pochi secondi il rombo diminuisce di colpo, la spinta cessa e l'aereo inizia a percorrere la pista a passo d'uomo, quando siamo ormai in fondo il comandante ci informa che a causa di un guasto tecnico siamo stati costretti ad abortire il decollo.
 
Torniamo all'area di parcheggio e veniamo fatti scendere dall'aereo, davanti al quale troviamo un camion dei pompieri, vestiti in tenuta da guerra, con la lancia della schiuma puntata verso la fusoliera, saliamo sul bu che è venuto fin sotto la scaletta ed attendiamo. Osserviamo i Vigili del Fuoco che si accalcano attorno ad un motore, il pilota che li segue ed infine il pilota che si arrabbia molto sulla scaletta dell'aereo. Devo dire che ho notato qualche sguardo malevolo nei nostri confronti da parte degli altri passeggeri.

L'ipotesi più probabile è che in fase di decollo il pannello comandi abbia dato il segnale di "ENGINE FIRE" ma che, come spesso accade, si sia trattato di un falso allarme, verificato il quale i pompieri hanno comunque negato l'autorizzazione ad un nuovo decollo, da qui l'arrabbiatura del pilota che sa perfettamente che per la Ryanair questo voleva dire essere costretta ad annullare almeno altri 3 voli il giorno dopo, visto che l'aereo sul quale eravamo era di base a Roma e non a Valencia e dunque la mattina a Ciampino sarebbe mancato l'aeromobile per effettuare il volo da Roma per Valencia e di seguito quello per effettuare il volo di andata e ritorno da Valencia per Dublino.

Sbarcati dall'aereo veniamo invitati a recarci davanti all'Ufficio della Ryanair dove veniamo informati che la compagnia non terrà in alcun modo fede a quanto previsto dalla Carta dei Passeggeri, la Signorina in Spagnolo ci fa sapere che possiamo andare in albergo o dormire in Aeroporto, sullo stipite della porta viene affisso un foglio scritto a mano con il telefono di un albergo che, se vogliamo, dobbiamo contattarci da soli, ed a tutti viene distribuito un pezzetto di carta ciclostilato con il fax della Ryanair di Dublino al quale inviare le ricevute delle spese sostenute per il rimborso, la richiesta deve essere inoltrata in inglese, ma chi conosce un minimo la Ryanair sa perfettamente che sotto quel fax c'è un cestino dei rifiuti dove vengono archiviate le richieste.

Il problema non è tanto mio, che a parte il disagio di dover passare una notte in Aeroporto non ho impegni di sorta, ma Gian Maria doveva essere a Milano il giorno dopo ed aveva già un volo prenotato da Fiumicino e grazie a questo inconveniente non solamente perderà volo e soldi ma avrà anche problemi con gli appuntamenti presi a Milano.

Risibile la Signorina quando ci avverte che un Ingegnere è già partito da Dublino per controllare l'aereo. In ogni caso è presto evidente che dalla Compagnia non avremo nulla, tranne un mare di chiacchiere.
 
Quando la mezzanotte è scoccata veniamo informati che il volo per Roma è previsto per il giorno successivo alle 13.30 e che fino a quell'ora possiamo fare quel che vogliamo alla Ryanair non frega nulla. Ci arrendiamo all'idea che dobbiamo passare 12 ore in Aeroporto, raggiungiamo mestamente la zona check-in, l'unica dove ci sono delle panche che alla bisogna possono diventare letti, ne occupiamo una e ci rassegniamo. Ci vuole circa un'ora per riprendersi dallo shock e verso l'una ci concediamo la cena ad una macchinetta automatica dell'Aeroporto, Gian Maria dei biscotti ed un caffé, io solamente una cioccolata. Poi ci stendiamo sulle panche in attesa dell'alba.

Ad un certo punto mi sveglio di soprassalto, sono convinto di avere sentito qualcosa, un grido, un urlo, mi guardo intorno ma non vedo altro che il nulla, qualche altro passeggero del nostro volo che dorme con le braccia penzolanti dalla sua panca, un sorvegliante che sorseggia un caffè davanti alla macchinetta automatica, un addetto delle pulizie che spinge un carrello con scope e secchi. Avrò sognato penso ... poi si ripete, ma questa volta sono sveglio, è Gian Maria che, girandosi sulla panca urla: "engine fire", si gira di nuovo, "pull up". Mi riaddormento e questa volta mi sveglio a causa del rumore dei passeggeri che vengono a fare il check-in per i primi voli del mattino, sono circa le 5 e da qui in poi non dormirò più.
 
Alle 9.30 aprono gli Uffici Ryanair e ci viene confermato che il volo è previsto per le 13.30, però sui tabelloni non appare, in compenso notiamo che è stato già annullato il volo per Dublino che non potrà essere effettuato poiché era in carico allo stesso aereo che dovrà riportare noi a Roma. A questo punto decidiamo di fare colazione e dietro un café con leche ed un croissant, condito da una copia del Pais rimediata da qualche parte ci andiamo a sedere osservando dalla terrazza i decolli e gli atterraggi, il nostro aereo il 737-800 sigla EI-DHY si intravede chiaramente in fondo all'area parcheggi, esattamente dove lo abbiamo lasciato la sera prima.

 Le porte sono già aperte, staranno facendo le pulizie di rito. A questo punto usciamo e ci facciamo una bella fumata di Condor nella nuova Miniatura by Martin. Infine rifacciamo il chek-in, rifacciamo i controlli bagagli, e questa volta nessuno ci dice niente, rifacciamo le procedure d'imbarco ed aspettiamo accanto ad un Ilyushin che ci diano il via. In perfetto orario sul ritardo il volo decolla alle 14.00 esatte con alcuni passeggeri che si lasciano andare a scene di giubilo indecorose, fa un'ampia virata che mi permette di avere una visione integrale dell'aeroporto e bordeggia Valencia passandogli a Sud e permettendoci quindi di vederla tutta, dai cantieri della Coppa America, all'Emisferic, fino alla curva sinuosa del Turia. 
 
Poi il Mare Nostrum che si stende fino a Roma, le Baleari, la Sardegna, Alghero, la Foce del Tevere ed infine l'ultimo intoppo: il nostro volo, non previsto, ha difficoltà ad essere inserito nella sequenza di atterraggio e quindi veniamo mandati su Campagnano a fare qualche acrobazia per perdere un pò di tempo, ma alla fine si atterra, si recuperano le macchine e si torna a casa.

Ultimo aggiornamento ( mercoledì 22 agosto 2007 )
 
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