Come la maggior parte delle Città di Origine Romana Ginevra nasce come accampamento militare. Nel luogo ove oggi si trova vivevano gli Allobrogi che vennero conquistati da Cesare nel 58 a.C, quello che era un piccolo villaggio, data la sua posizione sul Lago Lemano con il Rodano a portata di mano come via d'acqua verso la Gallia, venne fortificata entrando a far parte della Gallia Narbonense, Provincia considerata importantissima da Roma e corrispondente in gran parte alle attuali Costa Azzurra, Provenza, Linguadoca, Rossiglione. Il nome veniva dalla città di Narbio Martius (oggi Narbonne) che ne era il capoluogo, anche se la maggior città di questa Provincia era sicuramente Massilia, l'odierna Marsiglia, porto importantissimo nell'economia di Roma. Dopo la caduta dell'Impero Roma fu occupata dai Burngundi, poi da Franchi, entrò a far parte del Regno di Borgogna ed infine del Sacro Romano Impero fin quando nel 1536, in accordo con Berna e Friburgo cacciò il Vescovo ed adottò la Riforma Protestante di Lutero, accogliendo anche Calvino. Resistette agli attacchi dei Duchi di Savoia costituendosi in Repubblica Teocratica ma accogliendo poi tutti i Protestanti perseguitati da Roma, arrivando a contrapporvisi e venendo appellato come la "Roma Protestante". In seguito alla Rivoluzione Francese venne annessa al Dipartimento del Lemano del quale fu capoluogo fino alla caduta di Napoleone nel 1814, l'anno successiva entrò, definitivamente, a far parte della Confederazione Elvetica. Il viaggio parte esattamente da dove si era concluso quello precedente, dalla vista aerea della Foce del Tevere, immagine prima ed ultima di ogni viaggio che preveda un decollo od un atterraggio a Roma. La rotta per Ginevra all'andata passa tutta sul Tirreno, fino a Genova, poi si punta su Torino, Aosta, il Monte Bianco ed infine Ginevra. A circa metà strada tra Roma e Genova si intravede nel celeste del mare quello scoglio sperduto che è Montecristo ed una scia bianca fa capire che una qualche imbarcazione lo sta raggiungendo. Dopo l'apparizione dell'Aeroporto di Genova sotto le nostre ali torna la terraferma, il Monferrato e Torino che appare perfettamente mimetizzata nella prima pianura Padana se non fosse per il riflesso del Sole sul Po e per l'ombra lunga della Mole, subito dopo arrivano le montagne, bianche e lucenti, qualche migliaio di metri sotto di noi si intravede un aereo che procede in direzione opposta e dopo pochi minuti appare la vetta del Monte Bianco, interamente ricoperta di neve, massiccia ed imponente. Da adesso a Ginevra sono poco più di dieci minuti, la discesa è già iniziata. L'Aeroporto di Ginevra è molto singolari, difatti gli attracchi degli aerei altro non sono che delle costruzioni in vetro che spuntano dalla pista, una volta scesi dall'aereo bisogna percorrere una lunga serie di corridoio a tapis roulant per sottopassare le piste e guadagnare l'Aeroporto vero e proprio, che non è molto grande, ma incasinatissimo soprattutto dai carrelli per trasportare gli sci che vengono portati fin sotto i check-in e poi spinti a mano attraverso le hall fino alle stive degli aerei. Dall'Aeroporto si passa facilmente alla Stazione Ferroviaria interna da dove partono treni per tutta la Svizzera, la cosa interessante è che il tragitto dall'Aeroporto a Ginevra è di soli 4 minuti ! La Gare Cornavin come aspetto esterno sia dell'edificio che della piazza mi ricorda sempre in qualche modo la Stazione di Padova. La scelta di bus e tram è vasta ma è molto più semplice andare a piedi, le distanze sono minime. Ci vuole un po' ad attraversare perché i semafori sono molti e gli Svizzeri non passano con il rosso neppure se non si vedono macchine per chilometri e a me di essere l'unico scemo non va, anche se per via del cappello del Paris Saint Germain potrei essere scambiato per un francese. La prima strada che si incontra dall'altra parte della piazza è la Rue du Mont Blanc, uno stradone pedonale che inizia uscendo dal centro commerciale sotterraneo della Gare Cornavin e va a finire sul Lago Lemano qualche centinaio di metri dalla Piazza. L'intera strada è un trionfo di negozi di orologi a cucù e coltellini, una vera orgia di lame ed ingranaggi. L'ultimo tratto non è più pedonale e sulla sinistra si trova l'edificio neoclassico delle Poste Centrali, dove sul cornicione a lettere dorate spicca anche la parola ITALIE. La mia prima metà si trova al termine di questa strada, appena prima che si trasformi nel ponte che scavalca un ramo del Lago. Tabac Rhein - Rue du Mont Blanc 1 Molto bella come tabaccheria ma sicuramente non fornita come si vorrebbe far credere, sia per i tabacchi che per le pipe, molti humidor, soprattutto per sigari ma veramente poco di interessante in generale. Proseguo la mia camminata perché dall'altra parte del ponte mi aspetta Davidoff ! Il Ponte du Mont Blanch che attraversa questo pezzo di acqua balla, sappiatelo prima, ad ogni passaggio di bus o camion la struttura sobbalza e le connessioni tra i lastroni che lo compongono si assestano, il ponte e guardato da due vigilanti che redarguiscono con decisione chi sorprendono ad attraversarlo in sella alla bicicletta invece che conducendo la bicicletta a mano, la vista della riva opposta, piena di piccole imbarcazioni da diporto dà più l'idea di una porticciolo della costa ligure che di un pezzo di lago in mezzo alle montagne. Davidoff si trova in Rue du Rive 2, praticamente 200 metri dopo il ponte appena prima di inoltrarsi nella città vecchia. La Rue du Rive è la classica strada dello shopping, qui si trovano tutte le più importanti maison a tema ed un gran numero di negozi di lusso, è pedonale, attraversata solamente dal tram, lungo come un treno. Le vetrine del negozio sono già da sole una goduria, piene di ogni ben di Dio. Dentro è ancora meglio, un walking humidor di dimensione generosissime lascia intendere quale peso si dia qui a certe cose. L'assortimento di tabacchi è notevole, soprattutto considerando che Davidoff non è principalmente una tabaccheria. Non ho molto da prendere in realtà, solamente una latta da 100 di Germain Mixture n. 7 ed una di Dunhill Nigtcap, poi vedo in basso sullo scaffale l'inconfondibile profilo dell'Eroe Nazionale ed il suo nome, Garibaldi, scritto a grossi caratteri su una busta rossa e blu, incuriosito ne prende due confezioni, convinto che fossero da 50gr, accorgendomi in seguito che sono invece da 80gr. Si tratta di un naturale del quale sicuramente ci occuperemo in seguito. Fatta la spesa imbocco la viuzza subito a fianco del negozio e mi inerpico per i vicoli delle Vecchia Ginevra. Salendo salendo mi ritrovo davanti all'Hotel de Ville (il Municipio) proprio davanti al quale sotto della arcate vi è la prova che gli Svizzeri non sono poi così "neutrali", difatti una serie di bocche da fuoco puntano in tutte le direzione, un po' obsolete ma minacciose in egual modo, non resisto alla tentazione di guardare dentro la bocca di un cannone, per scoprire che è piena di cartacce ! Proseguo la mia passeggiata tra stretti vicoli ammattonati con sanpietrini, anguste scale e passaggi oscuri, a tratti sembra quasi di stare a Roma. Il terzo obiettivo è la Maison du Cigare che si trova in Rue du Rhone 69, strada dalla numerazione particolare, trovarlo non è cosa semplicissima. Il negozio è chiuso per l'orario del pranzo e dunque non potrò visitarlo dall'interno poiché riaprirà quando già io sarò in Aeroporto. Dall'esterno si nota subito una certa eleganza, in parte anche superiore a quella di Davidoff a dire il vero, una delle vetrine è piena di scatole di sigari e mappe di Cuba, ostentato anche un listino prezzi di tutti i sigari disponibili, l'altra vetrina invece mostra pannocchie e buste di Tabacco Stanwell. A questo punto alla mia visita a Ginevra manca solamente un obiettivo, il Tabac Mont-Blanc al Quai du Mont-Blanc, non devo fare altro che tornare indietro, riattraversare il lago e cercarlo. Arrivato dall'altra parte del Lago imbocco subito il Quai e comincio a percorrerlo alla ricerca del numero 23, capisco subito una cosa strana, a quanto sembra i numeri indicano i palazzi e non i portoni od i negozi, quindi numero 23 vuol dire palazzo numero 23 ? Se così fosse arriverei in Francia a piedi, il confine è poco avanti in effetti. Camminando camminando mi imbatto in un pezzo di storia, l'Hotel Beau Rivage, quello dove alloggiava Sissi, la Principessa, quello davanti al quale venne pugnalata a morte da un anarchico italiano che neppure sapeva chi fosse ma che voleva solamente ammazzare un nobile. Nel punto in cui fu colpita nel 1998, Centenario della Morte, è stato eretto un Monumento in sua Memoria. proprio di fronte all'albergo, sull'altro lato della strada, a pochi metri dall'imbarcadero dei battelli verso i quali si stava dirigendo. Ho appena superato il monumento quando scopro di avere fatto un bel viaggio a vuoto, l'edificio numero 23 non esiste praticamente più, è transennato ed in restauro e tutti i negozi presenti sul piano strada sono stati chiusi, quindi anche il Tabac Mont-Blanc. Bene, a questo punto la mia visita è veramente finita, mi soffermo a guardare il lungo lago e noto una mazzaluna sulla ringhiera, a guardarla da vicino scopro che indica tutta una serie di città, la direzione in cui si trovano e la distanza in chilometri, scopro così che Roma è situata a 1.093 chilometri da qui, seguendo la valle tra le due colline dall'altra parte della sponda del Lemano. Guadagno rapidamente la Stazione, anche perché si è alzato un venticello fastidioso, mentre aspetto il treno per l'Aeroporto osservo alcuni uccellini litigare per quello che sembra uno spicchio d'arancia, una volta in Aeroporto attendo l'ora del check-in ed infine mi reco al Duty-Free sia per sbarazzarmi dei franchi che mi sono rimasti in tasca sia per portarmi a casa qualche sigaro a costi umani. Il volo è rapido e tranquillo e Roma è decisamente più calda di Ginevra. |