Repetita Iuvant
Scritto da Administrator   
luned́ 07 luglio 2008

Spesso si assiste al collezionismo turistico, dove intendo una lunga sequela di bandierine piantate su una mappa a segnare i luoghi dove si è stati, questo è divertente ma troppo spesso lo scopo non è quello di avere un simpatico promemoria visivo della propria attività di viaggiatore ma solamente di saturare lo spazio disponibile sulla mappa, il viaggiatore non è interessato a collezionare mete ma a scoprire realtà nuove e l’unico modo di farlo è quello di insistere.

Io faccio così. Vado in una città, importa poco come l’ho scelta, magari solamente perché ho trovato una eccezionale offerta area, l’importante è andarci, anche brevemente, due giorni bastano per farsi un’idea, batterla a tappeto, analizzarla, cercare di capire se ha un potenziale e quando lo si è capito bombardarla, tornarci ripetutamente, viverla non da turista ma da locale.

Nel 1989 ho scoperto Parigi e ci sono tornato, tornato, tornato, ogni volta in un quartiere diverso, ogni volta concentrandomi in piccole realtà, magari andandoci solamente per 24 ore e visitando solamente due strade, ma l’ho fatto con al collo la sciarpetta della squadra locale e la soddisfazione maggiore è quando un francese ti ferma per chiederti la strada.

Lo stesso ho fatto con Lione, con Valencia, con Firenze, con Ginevra ed ora lo sto facendo con Madrid, il viaggiatore non si stanca delle sue mete fino a quando non comprende di non essere più un estraneo ma uno di casa, fino a quando tornando a casa non si sente fuori posto per qualche giorno. La cosa più interessante del viaggiare e trovarsi faccia a faccia con realtà così diverse da risultare quasi incompatibili con la nostra quotidianità, lo status normale del viaggiatore dovrebbe essere l’alienazione.

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Ultimo aggiornamento ( sabato 28 giugno 2008 )