Ghost Ship
Scritto da Administrator   
venerd́ 06 aprile 2007
 

 La Trama Ufficiale

Costruita nel 1954, l'Antonia Graza era l'orgoglio della flotta da crociera italiana. Il transatlantico, moderno e sofisticato, era una vera e propria opera d'arte e forniva ai passeggeri ogni comfort ed un lusso mai visto. Quando gli ospiti non erano all'interno delle loro spaziose cabine, potevano socializzare in uno degli ampi saloni, praticare qualche sport o passeggiare sui ponti, oppure fare un tuffo in piscina.

Il cuore della Antonia Graza era l'enorme sala da ballo, dove le coppie danzavano per tutta la notte, accompagnate da una orchestra. I cuochi lavoravano senza sosta nelle cucine di bordo per preparare piatti famosi della cucina italiana da servire nell'elegante sala da pranzo e l'equipaggio era sempre disponibile a soddisfare qualsiasi desiderio degli ospiti. Era veramente un viaggio unico. Ma quando l'Antonia Graza salpò per l'America nella primavera del 1962, i passeggeri erano assolutamente ignari della sventura che avrebbe segnato il loro destino e che quel viaggio sarebbe stato l'ultimo…"Gli armatori italiani, non potendo puntare sulla velocità, costruivano questi magnifici palazzi galleggianti. E' stata data per scomparsa il 21 maggio 1962, al largo delle coste del Labrador.  La cosa inspiegabile è che non ci sono stati segnali di pericolo né alcun contatto… è semplicemente scomparsa, non c'è più.  Da quel giorno, ogni capitano l'ha cercata, sperando che non si fosse inabissata". La squadra per il recupero marittimo a bordo del rimorchiatore Artic Warrior è la migliore nel suo campo. Sotto la guida del capitano Sean Murphy (GABRIEL BYRNE) e grazie all'esperienza della responsabile Maureen Epps (JULIANNA MARGULIES), del primo aiuto Greer (ISAIAH WASHINGTON) e dei tecnici Dodge (RON ELDARD), Munder (KARL URBAN) e Santos (ALEX DIMITRIADES), sono in grado di localizzare qualsiasi nave abbandonata e di fare in modo che possa essere trasportata fino alla costa, naturalmente dietro lauto compenso. Quando il pilota dell'aviazione canadese Jack Ferriman (DESMOND HARRINGTON) li assume per indagare su una nave misteriosa che ha individuato al largo delle coste dell'Alaska, nel Mare di Bering, scoprono il relitto della leggendaria Antonia Graza, data per dispersa in mare oltre 40 anni prima. E' un ritrovamento importante, solo i diritti di salvataggio valgono una fortuna. E, secondo la legge del mare, ogni nave abbandonata in acque internazionali può essere rivendicata da chiunque sia stato abbastanza fortunato da trovarla e riuscire a farla arrivare in porto. Ma una volta a bordo della sinistra e cupa nave, la squadra di Artic Warrior scopre che non è abbandonata…ospita qualcosa di terribile e mortale che non hanno mai incontrato in tanti anni di mare.  Ora devono scoprire la verità sul passato del transatlantico e svelare il mistero che minaccia la loro stessa sopravvivenza.

 

Ottima la storia, demenziale la realizzazione,
grossolana e pretenziosa !

Il film si apre con le bellissime immagini di una festa a bordo del transatlantico Antonia Graza (sorvoliamo sulla pretesa che questo nome appaia realisticamente italiano), tratteggiata sulla falsa riga della splendida Andrea Doria, un singolare incidente (un cavo d’acciaio si rompe) trancia tutti i passeggeri danzanti, ridicola la scena dei mezzi corpi che continuano a camminare, si salva solamente una bambina.  La scena stacca ai giorni nostri ed ecco che in cinque minuti sei disperati alla guida di un rimorchiatore indirizzati da uno sconosciuto incontrato in un pub si mettono sulle tracce di una strana nave avvistata nel Mare di Bering (dovrebbe fare freddino da quelle parti, ma loro vanno tutti bellamente in giro in maniche di mutande), in poche ore rintracciano la nave e scoprono che è l’Antonia Graza, scomparsa nel 1962 al largo del Labrador (Atlantico) e riapparsa 50 anni dopo nel Mare di Bering (Pacifico), saliti a bordo trovano casse piene d’oro, cadaveri freschi ed il fantasma di una ragazzina, tutto molto normale insomma. Ovviamente decidono di recuperare la nave e con intraprendenza tutta Yankee rimettono in navigazione un ammasso di ruggine che da mezzo secolo vaga per i mari indisturbato (i satelliti dove erano ?), ovviamente il loro rimorchiatore esplode prima di iniziare le operazioni, uno ad uno muoiono tutti i protagonisti, tranne l’unica ragazza del cast, la quale in una visione mistica rivede quel che era successo a bordo della nave anni prima, i cuochi che avvelenano il cibo, i camerieri che mitragliano i passeggeri e chissà perché si prendono la briga di trascinare la povera ragazzina fantasma nella sua cabina per impiccarla nell’armadio, la cantante della banda musicale (Francesca Rettondini) che flirta con il capo della banda dei camerieri il quale uccide tutti i suoi complici sulla porta della camera blindata, lei che uccide lui, l’altro che uccide lei con un gancio lasciandola appesa e penzolante al soffitto.  Alla fine si scopre che il ragazzo che ha suggerito il recupero è un’anima dannata costretta a raccogliere altre anime su quella nave per consegnarle al “principale”, la ragazza fa esplodere la nave e si salva.  Soprassediamo su grossolani errori di ortografia, volendo riprodurre un transatlantico italiano sarebbe bene far rivedere alcune cose ad un italiano invece che ad un traduttore automatico, così ad esempio si eviterebbe di scrivere su una porta “Cabina di Capitano” invece di “Cabina del Capitano” o di scrivere su un flacone “Veleno di Attenzione” invece di “Attenzione Veleno”, qualcuno poi dovrebbe spiegare perché il reframe “Senza fine” di Gino Paoli messo in bocca alla Rettondini, bellissima e dannata, sia stato doppiato in italiano da una cantante inglese con improbabili accenti. Mirabolante lezione di storia navale “le navi italiane per sopperire alla loro lentezza venivano costruite come palazzi galleggianti”, il nesso tecnico tra le due cose è solido come un ghiacciolo al Sole !  Il film si conclude con l’affondamento della sventurata nave abbandonata dalle anime dei passeggeri, finalmente libere di salire al cielo. I salti nella sceneggiatura sono allucinanti: l'Antonia Graza andata in soccorso della Loreley, giusto due giorni prima della sua scomparsa non riesce a salvare nessuno dei passeggeri tranne uno (quello che poi sarà l'anima dannata) però riesce a recuperare dalla Loreley affondante casse ricolme d'oro, l’idea che un gruppo di camerieri pianifichi e metta in atto l’omicidio di 1100 persone per rubare delle casse di lingotti d’oro e che durante questo massacro, compiuto da un pugno di uomini, un singolare incidente tagli in due decine di passeggeri può essere credibile solamente sotto LSD !  La Rettondini è proprio l’unica che si salva in questo polpettone, splendidamente conturbante e maleficamente perfida, fasciata in un tubino rosso che quando cade e la lascia nuda nel salone da’ l’unico vero e genuino brivido, lei, e la scena del massacro a ritmo di rock, onirica, alla Arancia Meccanica, tutto il resto è semplicemente un’americanata senza capo ne coda, come dicevo in testa, una splendida idea rovinata da una realizzazione assolutamente ridicola e prevedibile, un film “di paura” che non spaventa nessuno.

Marcello Salvi

  

L'orchestrina dell'Antonia Graza e la splendida Francesca Rettondini

Ultimo aggiornamento ( venerd́ 06 aprile 2007 )